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L’inquinamento del suolo e dell’acqua fa male al cuore

inquinamento del suolo e dell'acqua
Foto di darkstar sr72 su Unsplash

Oltre 9 milioni di morti premature ogni anno collegate all’inquinamento del suolo e dell’acqua

L’inquinamento del suolo e dell’acqua, causato da pesticidi, metalli pesanti e microplastiche, può avere un impatto negativo sul sistema cardiovascolare umano. Lo dice un nuovo studio, condotto da esperti dell’Università di Mainz. Il lavoro analizza i principali inquinanti e i loro effetti sulla salute, collegandoli a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.

Secondo la ricerca, le malattie legate all’inquinamento di suolo, acqua e aria causano circa 9 milioni di morti premature ogni anno, il 16% del totale globale. La metà di queste morti deriva da complicazioni cardiovascolari. Inoltre, il degrado del suolo minaccia la salute di 3,2 miliardi di persone, mentre più di due miliardi vivono in aree colpite da grave inquinamento delle acque.

I principali fattori all’origine di questi problemi includono deforestazione, cambiamenti climatici, uso eccessivo di fertilizzanti e cattiva pianificazione urbana. I contaminanti come metalli pesanti, solventi, diossine e pesticidi danneggiano il sistema cardiovascolare inducendo stress ossidativo, infiammazione e disfunzione endoteliale, accelerando lo sviluppo dell’aterosclerosi.

Il professor Thomas Münzel e il professor Andreas Daiber, autori della ricerca, sottolineano una cosa interessante. Nonostante il suolo contaminato sia un problema meno visibile rispetto all’aria inquinata, i suoi effetti sulla salute cardiovascolare sono significativi. I contaminanti possono infatti causare infiammazione dei vasi sanguigni, aumento dello stress ossidativo e alterazioni del ritmo circadiano.

Per ridurre il rischio cardiovascolare legato all’inquinamento, gli autori raccomandano strategie come una migliore gestione della qualità dell’acqua, l’uso di tecniche agricole sostenibili e la promozione di progetti urbani ecologici. L’obiettivo è allinearsi con la “visione zero inquinamento” della Commissione Europea per il 2050, proteggendo così sia gli ecosistemi che la salute pubblica, con un impatto significativo nella prevenzione delle malattie.

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