Nuovi dati spiegano come i campi agricoli fertilizzati con fanghi di depurazione liberano le microplastiche
(Rinnovabili.it) – Sebbene dai fanghi di depurazione si possano recuperare materiali utilizzabili come nutrienti per i campi agricoli, portano con sé anche degli effetti collaterali. Uno di questi è l’inquinamento da microplastiche nei fertilizzanti.
Questi microscopici frammenti di plastica, con diametro inferiore ai 5 millimetri, sono dappertutto, dalle nuvole ai tessuti cardiaci. E come prevedibile, si ritrovano in gran numero anche nelle acque reflue da cui si ricavano i fanghi di depurazione. Le parti solide delle acque di scarico vengono trattate per formare “biosolidi” da applicare ai terreni agricoli come fertilizzante. Ogni anno milioni di tonnellate di biosolidi vengono riversate sui terreni di tutto il pianeta. Di conseguenza, le microplastiche presenti in questi biosolidi hanno la possibilità di rientrare nell’ambiente. La preoccupazione è che questi frammenti, intrisi di sostanze inquinanti assorbite durante la permanenza nelle acque reflue, possano rappresentare un rischio ambientale e sanitario non quantificato.
Uno studio dell’American Chemical Society ha cercato di comprendere i dettagli. In particolare, come l’azione del vento possa raccogliere e trasportare particelle di plastica dai campi agricoli trattati con biosolidi. Il team ha analizzato le microplastiche presenti nei sedimenti trasportati dall’aria tramite esperimenti in galleria del vento su due appezzamenti di terreno trattato con biosolidi nelle zone rurali dello stato di Washington.
I risultati hanno visto concentrazioni di microplastiche in questi sedimenti più elevate rispetto a quelle registrate nei biosolidi o nel terreno di origine stesso. Questo accade perché le particelle di plastica sono meno dense dei minerali del suolo e non vengono intrappolate così facilmente dall’umidità. Di conseguenza, le microplastiche possono essere sollevate dalla brezza più facilmente.
Secondo i ricercatori, i modelli precedenti non tenevano conto di questa differenza di reazione al vento tra polveri organiche e microplastiche. Pertanto, è probabile che i modelli più vecchi abbiano sottostimato la quantità effettiva di particelle di plastica rilasciate nell’aria. I calcoli indicano che le microplastiche emesse dai campi agricoli potrebbero essere quasi due volte e mezzo più alte di quanto stimato fino ad ora.