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Le aziende dovranno avere un piano contro le perdite di microplastiche

perdite di microplastiche
Foto di PlanetCare su Unsplash

Un piano di valutazione e gestione del rischio di perdite da microplastiche sarà obbligatorio

(Rinnovabili.it) – Prevenire le perdite di microplastiche lungo tutta la catena di approvvigionamento, con l’obiettivo di arrivare a zero. Questo è l’obiettivo di una proposta di regolamento della Commissione Europea approvata dall’Europarlamento ieri. Con 538 voti a favore, 32 contrari e 31 astensioni, i deputati hanno chiuso quella che in gergo si chiama “prima lettura” del testo per ridurre l’inquinamento da microplastica. Il file verrà poi preso in mano dal prossimo Parlamento, per chiudere un negoziato a tre con Consiglio dell’UE e Commissione Europea che porterà alla versione finale. 

Le nuove regole richiederanno a tutti gli enti che gestiscono queste microparticelle di adottare misure per evitare le perdite. In caso di incidenti, dovranno anche intervenire tempestivamente per contenere e pulire gli sversamenti. Circa 57 milioni di tonnellate di granuli sono stati prodotti e gestiti nell’UE nel 2021. Si stima che tra 52.140 e 184.290 tonnellate di microplastiche siano invece state perse nell’ambiente nel 2019 in tutto il continente. 

I dettagli del regolamento microplastiche

Nel dettaglio, la proposta di regolamento prevede che gli operatori economici stabiliscano un piano di valutazione del rischio per ogni impianto che gestisce annualmente oltre 1000 tonnellate di granuli di plastica. I deputati vogliono che questa misura sia applicata due anni dopo l’entrata in vigore del regolamento per le grandi imprese, tre anni per le medie imprese e cinque anni per le piccole imprese. Propongono inoltre di etichettare tutti i contenitori di stoccaggio e trasporto dei granuli di plastica con un pittogramma specifico e informazioni legate al pericolo.

La speranza di mettere mano al problema delle microplastiche è ambiziosa. Innanzitutto perché queste sono il prodotto di un sistema produttivo che, dal tessile alla cosmetica, è basato su filiere in cui le fibre di plastica e le microparticelle sono ormai parte dell’economia. Anche il comparto del riciclo, cui finora si è guardato come principale soluzione al problema della plastica, si rivela ad ogni inchiesta una fonte problematica di minuscole particelle inquinanti. Molti filtri non sono in grado di trattenere queste briciole derivanti dalla frantumazione dei prodotti in plastica. Così, la soluzione talvolta contribuisce al problema.

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