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L’UE rafforza i controlli sugli interferenti endocrini nell’acqua potabile

Bruxelles mette l’obbligo di monitorare lungo l’intera catena di approvvigionamento idrico due nuove sostanze: beta estradiolo e nonilfenolo. I paesi membri hanno tempo fino a gennaio 2023 per mettersi in regola

Interferenti endocrini: UE, più controlli su beta estradiolo e nonilfenolo nell’acqua potabile
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Gli interferenti endocrini sono al centro della Strategia UE sulle sostanze chimiche

(Rinnovabili.it) – Diventa obbligatorio in Europa monitorare la presenza di beta estradiolo e nonilfenolo nell’acqua potabile. Questi due interferenti endocrini sono i primi a entrare nella “lista di controllo” dell’UE, un nuovo elenco – previsto dalla direttiva sulla qualità delle acque per il consumo umano del dicembre 2020 – in cui vengono via via inseriti i composti emergenti da monitorare e sui quali intervenire se necessario.

La direttiva è entrata in vigore a gennaio 2021 ma i Ventisette hanno tempo fino al 12 gennaio del prossimo anno per mettersi in regola allestendo protocolli di monitoraggio lungo l’intera catena di approvvigionamento dell’acqua potabile. “Oggi diamo attuazione a nuove norme che non solo contrastano sostanze inquinanti ben note, ma ci forniscono anche strumenti per affrontare nuove preoccupazioni”, ha commentato Virginijus Sinkevičius, Commissario UE per l’Ambiente, gli oceani e la pesca. “Iniziamo con due interferenti endocrini che incidono sulla salute, sull’ambiente e sulla biodiversità”.

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Gli interferenti endocrini (EDC) sono sostanze o molecole chimiche ritenute dannose per la salute. Agiscono sugli ormoni e sul sistema endocrino, degli uomini come degli animali, e possono provocare diverse patologie. Gli interferenti endocrini sono presenti in prodotti come pesticidi, additivi alimentari, cosmetici.

Nello specifico, il beta estradiolo fa parte di una categoria di composti utilizzati come solventi o lubrificanti industriali, plastificanti, ritardanti di fiamma o in alcuni farmaci. Il nonilfenolo, invece, è una molecola contenuta nei pesticidi.

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La decisione di Bruxelles fa parte dell’iniziativa di contrasto alle sostanze dannose partita a ottobre del 2020 con la Strategia per le sostanze chimiche, la più grande riforma in questo ambito dai tempi del regolamento REACH. Dopo anni di incertezze e mezze decisioni, l’UE ha cambiato approccio alla questione degli EDC per valutare anche i loro effetti combinati e cumulativi.

Inoltre, ha disposto una revisione dei regolamenti in vigore per capire cosa non ha funzionato in passato nel processo decisionale. L’inserimento nella “lista di controllo” di questi primi EDC segnala l’inizio della fase due, che deve portare alla stesura di un protocollo legalmente vincolante di identificazione dei pericoli degli interferenti endocrini, basato sulla definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Per poi applicarlo a tutta la legislazione dell’UE.