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Acque reflue: arriva un metodo per trattare gli inquinanti farmaceutici

Un team di ricerca scopre come individuare gli inquinanti farmaceutici non trattati

(Rinnovabili.it) – Un team di ricerca dell’Università di Swansea (Regno Unito) ha sviluppato un nuovo metodo per l’individuazione e la rimozione rapida degli inquinanti farmaceutici presenti nelle acque reflue, provenienti da scarti di prodotti come il paracetamolo, l’ibuprofene e l’aspirina. Questo metodo potrebbe dare un considerevole contributo per minimizzare il loro impatto sull’ambiente.

In collaborazione con la società Biotage, il team ha pubblicato la ricerca su Analytical Science Advances. Lo studio delinea il modo in cui è stato sviluppato il processo per separare e quantificare una vasta gamma di diversi inquinanti farmaceutici e chimici provenienti dai prodotti per la cura personale. Il metodo permette di comprendere più facilmente quali inquinanti vengano quotidianamente rilasciati.

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Rachel Townsend, ricercatrice, ha sottolineato che “molte persone non pensano a cosa succede una volta che i farmaci sono stati assunti. Come qualsiasi alimento, il farmaco viene espulso dal corpo e finisce in un impianto di trattamento delle acque reflue. Se prima si pensava che alcuni inquinanti farmaceutici si degradassero durante il processo di trattamento delle acque reflue, la ricerca ha dimostrato che non è così.

Le acque reflue trattate vengono rilasciate in corsi d’acqua come fiumi e torrenti, sebbene l’80% dei fanghi venga riciclato come fertilizzante nei terreni agricoli, potenzialmente su colture alimentari. Molte ricerche sono state condotte sugli effetti negativi dei prodotti farmaceutici sul regno animale. Ad esempio, il Diclofenac, un antinfiammatorio non steroideo, ha quasi provocato l’estinzione di diverse specie di avvoltoio in Asia, che hanno registrato una diminuzione del 97-99%.

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Il metodo del team di ricerca si avvale di un processo di preparazione dei campioni, chiamato QuEChERS, attraverso la rilevazione spettrometrica di massa. In questo modo, si è stati in grado di rilevare, estrarre e quantificare una gamma di inquinanti farmaceutici (provenienti soprattutto da prodotti per la cura della persona) presenti in una varietà di fonti, come i fanghi delle acque reflue. In precedenza, era necessaria la combinazione di più metodi di estrazione, sprecando così più tempo e risorse.

In questo modo, i ricercatori potranno studiare meglio i fattori che determinano il modo in cui la resistenza antimicrobica degli inquinanti farmaceutici si diffonde, rendendone difficile il trattamento. Così facendo, sarà possibile apportare modifiche al processo di trattamento delle acque reflue per garantire che questi inquinanti vengano degradati o rimossi. Townsend ha sottolineato che il metodo non gioverà solo ai ricercatori, ma anche a laboratori industriali di ​​tutto il mondo.

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