Uno studio del CREA segnala un incremento degli inquinanti atmosferici nei distretti industriali cinesi
(Rinnovabili.it) – In Cina, gli inquinanti atmosferici sono tornati ai livelli dello scorso anno, dopo aver registrato un calo dovuto al lockdown per contenere la pandemia di coronavirus. Questo è quanto si apprende da un’analisi condotta dal Centro di ricerca su energia e aria pulita (CREA), con sede a Helsinki, che lancia l’allarme: “ci sono segnali di allerta che il recupero della Cina dalla crisi stia invertendo i trend di miglioramento della qualità dell’aria“.
Secondo il CREA, è possibile che la nuova impennata di inquinanti atmosferici sia dovuta al ritorno a regime dell’attività industriale, aggiungendo la preoccupazione che, dopo mesi di livelli di inquinamento insolitamente bassi, l’impulso per dare il via all’attività economica abbia causato un aumento delle emissioni.
Leggi anche In Asia torna lo spettro del carbone
Se i livelli medi di alcuni inquinanti atmosferici erano scesi a febbraio riportando numeri significativamente inferiori a quelli dello stesso periodo nel 2019, adesso si registra addirittura un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo è quando emerge dal monitoraggio di 1500 stazioni di rilevamento della qualità dell’aria.
In particolare, le regioni con distretti industriali hanno riportato un aumento sostanziale di inquinanti atmosferici quali il biossido di azoto, l’anidride solforosa e il particolato fine. Le aree urbane densamente popolate – dove le emissioni di gas provengono principalmente dai veicoli – hanno mostrato incrementi minori. Tuttavia, rispetto alla mobilità, il CREA ha evidenziato una maggiore tendenza all’uso di auto private rispetto al trasporto pubblico, dovuta alle preoccupazioni relative al contagio.
Leggi anche Coronavirus: le immagini NASA mostrano una netta riduzione dello smog cinese
Molti gruppi d’interesse, tra cui l’Alleanza europea per la salute pubblica (EPHA), hanno affermato che lo studio mostra quanto sia necessario che i governi adottino misure più severe per ripulire le industrie, al fine di evitare un’impennata degli inquinanti atmosferici. “Non c’è motivo di pensare che il ritorno alla normalità non avrà le stesse conseguenze – vale a dire livelli di inquinamento pre-crisi“, ha sottolineato Zoltan Massay-Kosubek, responsabile delle politiche per l’aria presso l’EPHA.