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Se l’inquinamento non conviene all’economia

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Foto di Rebecca Humann da Pixabay

Inquinare costa. Secondo il rapporto annuale sulla qualità dell’aria (Air Quality in Europe) pubblicato dalla European Environment Agency (Eea), nel 2018 l’inquinamento atmosferico ha provocato solo in Europa più di 400mila decessi. L’imputato principale sono le polveri sottili o particolato (PM2.5), seguite dal biossido di azoto (NO2) e dall’ozono troposferico, ovvero quello a livello del suolo (O3). 

Il rapporto Health at a Glance pubblicato dall’Ocse mostra che il costo dell’inquinamento non è solo in termini di vite umane stroncate dall’aria che respirano, ma anche economico e di benessere: comporta infatti minore qualità della vita, minore produttività lavorativa a causa delle assenze per malattia, maggiore spesa sanitaria. Le patologie derivanti dall’inquinamento atmosferico sono malattie cardiovascolari, respiratorie, maggiore rischio di tumori

Dai dati dell’Ocse, risulta che i più colpiti economicamente dalle conseguenze dell’inquinamento atmosferico sono i Paesi dell’Europa dell’Est (considerando il Pil). Se invece prendiamo in esame il costo in miliardi di euro al primo posto troviamo la Germania, seguita da Regno Unito e dall’Italia.

Anche la European Public Health Alliance ha pubblicato uno studio sull’inquinamento da cui emergono dati altrettanto sconfortanti. Le città, ovviamente, sono le più colpite dall’inquinamento; i Paesi dell’Est sono ancora ai primi posti per il danno sul Pil dovuto all’inquinamento, ma la maglia nera in assoluto tocca a Londra che, nel 2018, ha subito un danno di 11,4 milioni di euro. Analizzando i costi pro capite, la perdita media di reddito annuo a persona è di circa 1276 euro, cifra che sale a 2843 euro per gli abitanti di Milano.

Uno studio di Clean Air Fund, Breathing Life into the UK Economy, offre una dimensione economica dell’inquinamento atmosferico nel Regno Unito. Cifre alla mano, dimostra che con una migliore qualità dell’aria il Regno Unito risparmierebbe circa 1,75 miliardi di euro l’anno.

Adottare un approccio ambientale nel pianificare le politiche economiche e industriali di un paese dovrebbe diventare prassi comune: ancora si incontrano resistenze al cambiamento, ma sicuramente si sta cominciando a capire che l’inquinamento atmosferico ha costi ingenti anche dal punto di vista sanitario. Nel 2021 l’Unione Europea dovrebbe adottare il piano d’azione “Verso l’obiettivo di inquinamento zero dell’aria, dell’acqua e del suolo: per un pianeta e persone più in salute” che rientra nel quadro del Green Deal. Un’occasione in più per ribadire che indietro non si deve tornare.

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