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Inquinamento industriale, in Europa non tutti la raccontano giusta

Inquinamento industriale
Foto di marcinjozwiak da Pixabay

On line l’Industrial Plant Data Viewer, strumento che consente di accedere ai dati sull’inquinamento industriale in tutta l’UE

(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea ha messo da anni le emissioni dei grandi impianti sotto la lente d’ingrandimento, attraverso a leggi, regolamenti, controlli e strumenti ad hoc. Un impegno che la rende ancora oggi la prima potenza al mondo per politiche ambientali. Ma quante delle informazioni che arrivano oggi sull’inquinamento industriale nei ventisette sono complete e trasparenti? Purtroppo la risposta è “ben poco”.

La normativa UE impone agli operatori di grandi impianti a combustione di redigere annualmente relazioni sulla conformità, monitorando le prestazioni ambientali; le autorità nazionali hanno, quindi, il compito di rendere tali informazioni disponibili al pubblico, comprese le autorizzazioni di esercizio. Nonostante sulla carta il sistema sia ben definito, nella realtà vi è un grave deficit comunicativo e di monitoraggio su tali installazioni.

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Il problema era già stato denunciato nel 2017 dall’European Environmental Bureau (EEB) nel report Burning: the evidence. L’Ufficio aveva raccolto tutte le informazioni pubbliche richieste dalla direttiva UE sulle emissioni industriali, compreso le condizioni di autorizzazione delle centrali elettriche a carbone, dei grandi inceneritori di rifiuti e delle strutture agricole intensive. E aveva scoperto come per molti degli Stati membri questi documenti essenziali fossero irreperibili. In compenso alcuni Paesi avevano fornito dati in più, compresi quelli sulla quantità e sul tipo di contaminanti emessi. 

Per colmare il gap, l’EBB ha progettato e lanciato stamane l’Industrial Plant Data Viewer. Si tratta di un nuovo strumento di monitoraggio che permette al grande pubblico di accedere alle informazioni all’inquinamento industriale, mostrando quali strutture stiano giocando secondo le regole e quali no. Il sistema permette di valutare e confrontare emissioni, costi sanitari associati e autorizzazioni di oltre 3.000 grandi impianti in tutta l’UE. E selezionando la struttura è possibile conoscere capacità, combustibile d’alimentazione, la conformità alle norme, eventuali deroghe e tecniche di abbattimento dei contaminanti.

Uno dei dati che emerge è che in tema di inquinamento industriale, l’Italia è la più trasparente, seguita da Irlanda, Repubblica Ceca e Croazia. In fondo alla classifica appare invece la Germania.

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“Questo è inaccettabile”, commenta Christian Schaible, responsabile delle politiche presso l’EEB. “Le persone hanno il diritto di sapere se gli operatori e le autorità stanno facendo il loro lavoro per ridurre l’inquinamento industriale tossico”. “È compito della Commissione europea garantire che le leggi UE siano applicate correttamente e che i dati sull’inquinamento industriale vengano divulgati. Se una ONG può creare questo strumento con risorse limitate – ha concluso Schaible – non c’è motivo per cui l’Unione Europea non possa essere in grado di fornire un adeguato sistema di rendicontazione”.

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