In media la scarsa qualità dell’aria ci toglie 2,2 anni di vita. Nei casi peggiori, come in India, particolato e altri inquinanti si mangiano anche 6 anni
I nuovi dati sull’inquinamento dell’aria nell’Air Quality Life Index 2021
(Rinnovabili.it) – Quanto avresti vissuto in più se avessi respirato aria pulita? La risposta, nei casi peggiori, è 6 anni. L’inquinamento dell’aria accorcia le nostre vite ed è un killer ben più temibile del fumo, dell’Aids, degli incidenti stradali e anche delle guerre. Lo rivela un report dell’Air Quality Life Index, un incide costruito dall’università di Chicago che converte i livelli di inquinamento in anni di vita persi a causa di morti premature.
L’edizione 2021 parte dall’esperienza del Covid-19. L’anno scorso, durante i primi lockdown, ci siamo accorti tutti che l’aria era più pulita, l’orizzonte più visibile. Un hotspot di inquinamento dell’aria come l’India ha riscoperto, in lontananza, la possente catena dell’Himalaya finalmente a portata di sguardo grazie al blocco della produzione e il calo dei volumi di traffico. Per gli autori dell’Air Quality Life Index, questa situazione è un assaggio di quello che potrebbe essere la nostra qualità dell’aria se implementassimo delle politiche adeguate per ridurre le sostanze inquinanti.
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Qual è la situazione oggi? L’inquinamento ci toglie almeno 2,2 anni di vita. Un dato che viene calcolato rispetto ai valori soglia di inquinamento atmosferico stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ma è appunto una media. In alcune regioni il bilancio è decisamente più pesante. Come in India, ultimo in classifica, dove la pessima qualità dell’aria accorcia la vita della popolazione di ben 6 anni.
“Durante un anno davvero senza precedenti in cui alcune persone abituate a respirare aria sporca hanno sperimentato l’aria pulita e altre abituate all’aria pulita hanno visto la loro aria sporca [a causa degli incendi], è diventato estremamente evidente l’importante ruolo che la politica ha svolto e potrebbe svolgere nella riduzione dei combustibili fossili che contribuiscono sia all’aria locale inquinamento e cambiamento climatico”, spiega Michael Greenstone, creatore dell’indice insieme al suo team dell’università di Chicago. “L’AQLI dimostra i vantaggi che queste politiche potrebbero apportare per migliorare la nostra salute e allungare le nostre vite”.
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Un esempio? La Cina fornisce un paragone virtuoso per toccare con mano quanto possono incidere delle politiche adeguate. Il rapporto sottolinea che dall’inizio delle politiche di contrasto all’inquinamento dell’aria su vasta scala, nel 2013, i cinesi hanno riguadagnato in media 1,5 anni di vita.