L’inquinamento da plastica ha una “coda lunga” decenni a causa delle microplastiche
(Rinnovabili.it) – L’unico modo per abbattere l’inquinamento da plastica è ridurne la produzione. È su questo punto che si devono concentrare i negoziati che inizieranno tra un mese, a fine maggio, per riempire di contenuti l’accordo-quadro globale contro la plastica raggiunto in sede ONU poche settimane fa. Lo sostengono 9 scienziati in una lettera pubblicata su Science.
All’inizio di marzo, l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente ha approvato la prima risoluzione per porre fine all’inquinamento da plastica a livello global. Un passo fondamentale per raggiungere un accordo internazionale legalmente vincolante entro il 2024.
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“Anche se riciclassimo meglio e cercassimo di gestire i rifiuti il più possibile, rilasceremmo comunque più di 17 milioni di tonnellate di plastica all’anno nell’ambiente”, spiega Melanie Bergmann dell’Alfred-Wegener-Institut, promotrice della lettera. “Se la produzione continua a crescere, ci troveremo veramente di fronte a un compito da Sisifo”, aggiunge.
Studi recenti stimano che la nuova plastica sversata ogni anno negli oceani rischia di triplicare in meno di 20 anni, raggiungendo i 700 milioni di tonnellate. Entro la metà del secolo il suo peso supererà quello di tutti i pesci. E poi c’è il problema della “coda lunga” dell’inquinamento da plastica, dovuta al difficile smaltimento delle microplastiche. La concentrazione di frammenti plastici inferiori ai 5 mm nel 2050 potrebbe raddoppiare rispetto a oggi. E alcuni studi paventano un aumento di 50 volte per il 2100, spiegava un recente rapporto del WWF che ha analizzato tutta la letteratura scientifica in materia.
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“La produzione in crescita esponenziale è davvero la causa principale del problema, e le quantità di plastica che abbiamo prodotto finora hanno già superato i limiti del pianeta”, aggiunge Bethanie Carney Almroth, co-firmataria della lettera. “Se non affrontiamo questo problema, tutte le altre misure non riusciranno a raggiungere l’obiettivo di ridurre sostanzialmente il rilascio di plastica nell’ambiente”, conclude.