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Inquinamento da PFAS, il 94% delle acque europee sarà fuori norma dal 2026

La quasi totalità delle acque dolci superficiali, in Europa, ha concentrazioni di un sottoprodotto della degradazione delle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) ben più alte dei livelli massimi stabiliti dalla nuova direttiva UE sulle Acque Potabili

Inquinamento da PFAS: contaminato il 94% delle acque europee
Foto di rdm Margaux su Unsplash

Pesticidi e gas fluorurati sono le fonti principali di questo tipo di inquinamento da PFAS

Quasi tutta l’acqua dolce di fiumi e laghi e due terzi delle acque in bottiglia in Europa hanno valori di “forever chemicals” ben sopra i nuovi limiti di sicurezza che entreranno in vigore nel 2026. L’inquinamento da PFAS emerge sotto forma di acido trifluoroacetico (o TFA), uno dei sottoprodotti che derivano dalla degradazione delle sostanze per- e polifluoroalchiliche. È il risultato dell’analisi condotta a livello continentale in 11 paesi da Pesticide Action Network (PAN) Europe.

L’analisi è stata condotta in due riprese. Prima a maggio, quando sono stati riscontrati livelli di inquinamento da PFAS allarmanti. Un secondo esame più approfondito ha identificato le molecole coinvolte: il 98% degli PFAS rinvenuti sono TFA.

Inquinamento da PFAS, lo stato delle acque europee

I risultati? Sono 34 (sui 36 campioni esaminati) le acque potabili contaminate da acido trifluoroacetico, con concentrazioni di picco fino a 4.100 ng/l e un valore medio di 1.220 ng/l. Solo il 6% dei campioni era regolare. Un’ulteriore analisi delle acque di falda, da cui provengono le acque minerali in bottiglia commercializzate, ha rivelato che 12 campioni su 19 sono contaminati con concentrazioni medie di 278 ng/l.

Due le principali fonti di questa tipologia di inquinamento da PFAS: pesticidi impiegati in agricoltura e i gas fluorurati. Ma, fino all’entrata in vigore della revisione della direttiva UE Acque Potabili, nel 2026, questa contaminazione resta formalmente legale: al momento non sono fissati limiti di legge. Tra due anni, però, scatterà la soglia massima di 500 ng/l.

Non è detto, tuttavia, che la direttiva venga implementata in modo da contare anche l’inquinamento da PFAS rinvenuto da PAN Europe. Questo valore, infatti, è riferito al totale degli PFAS disciolti in acqua. La direttiva non parla esplicitamente di livelli di TFA. Per l’ong, dovrebbero essere inclusi in quanto derivanti dal degrado degli PFAS. Per farsi trovare pronti, aggiunge l’associazione, le uniche vie percorribili prevedono una messa al bando pressoché immediata dei pesticidi e dei prodotti che contengono gas fluorurati.

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