Rinnovabili

Maggiore rischio di infarti, insufficienze cardiache e ictus: le conseguenze dell’inquinamento da ozono

Inquinamento da PM2.5: solo 8 mln di persone al mondo respirano aria pulita
Foto di S. su Unsplash

La soglia limite dell’Oms per l’inquinamento da ozono è 100 µg/m3

(Rinnovabili.it) – L’inquinamento da ozono con concentrazioni oltre i limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è legato all’aumento di ricoveri per malattie cardiovascolari come infarti, insufficienze cardiache e ictus. A dirlo è uno studio cinese che dimostra incidenza sulla salute anche di concentrazioni al di sotto delle soglie limite.

Lo studio, realizzato dal professor Shaowei Wu dell’università cinese Xi’an Jiaotong è stato pubblicato sulla rivista della Società Europea di Cardiologia European Heart Journal.

“Durante questo studio triennale, l’ozono è stato responsabile di una percentuale crescente di ricoveri per malattie cardiovascolari con il passare del tempo”, ha raccontato il professor Shaowei Wu, “si ritiene che il cambiamento climatico, creando condizioni atmosferiche favorevoli alla formazione di ozono, continuerà ad aumentare le concentrazioni in molte parti del mondo. I nostri risultati indicano che le persone anziane sono particolarmente vulnerabili agli effetti cardiovascolari avversi dell’ozono, il che significa che il peggioramento dell’inquinamento da ozono con il cambiamento climatico e il rapido invecchiamento della popolazione globale può produrre rischi ancora maggiori di malattie cardiovascolari in futuro”.

L’associazione tra inquinamento da ozono e aumento dei ricoveri ospedalieri per malattie del cuore

Lo studio ha tenuto in considerazione i livelli di inquinamento da ozono in rapporto al numero di ricoveri giornalieri per malattie cardiovascolari registrati tra il 2015 e il 2017 in 70 città della Cina. I dati sono stati raccolti attraverso due database che complessivamente fornivano informazioni su circa 258 milioni di persone, il 18% della popolazione cinese. Le malattie prese in considerazione sono state quelle coronariche, ictus, insufficienze cardiache e diversi sottotipi come angina, infarto del miocardio acuto, sindrome coronarica acuta, ictus ischemico ed emorraggico.

I dati sull’inquinamento da ozono sono stati raccolti guardando alle concentrazioni massime giornaliere di PM 2.5, PM 10, anidride solforosa, biossido di azoto e monossido di carbonio fornite dalla China National Urban Air Quality Real-time Publishing Platform.

Lo studio ha evidenziato che nel periodo e nelle città prese in esame i ricoveri per malattie cardiovascolari sono stati quasi sei milioni e mezzo: con una concentrazione media giornaliera di 79,2 μg/m3 di ozono, infatti, ci sono state 6.444.441 ospedalizzazioni, associate all’inquinamento da ozono per tutte le malattie eccetto che per l’ictus emorragico.

La ricerca ha esaminato il rischio di malattie cardiovascolari associate all’inquinamento da ozono in concentrazioni oltre le soglie limite Oms (100 µg/m3) rispetto a quello prodotto da concentrazioni più basse come 70 µg/m3, in genere non legate alle attività umana. I risultati hanno mostrato che il superamento della soglia di 100 microgrammi è associata a un aumento dei ricoveri, nel 3,38% dei casi per ictus, nel 6,52 per infarto, ma gli impatti sulla salute si verificano anche al di sotto dei limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, con +2,26% di ricoveri per insufficienza cardiaca e +3,21% per malattia coronarica.

Sempre nel biennio 2015-2017 è stato associato all’inquinamento di ozono un aumento del 3,42% dei ricoveri per malattia coronarica, del 3,74% per insufficienza cardiaca e del 3,02% per ictus e, analizzando gli anni presi singolarmente, i ricercatori hanno scoperto che le proporzioni aumentano nel tempo.

In particolare, ha fatto notare il professor Wu, su 3.194.577 ricoveri per malattia coronarica, 109.400 sono associabili all’inquinamento da ozono: “Questo suggerisce che 109.400 ricoveri per malattie coronariche potrebbero essere evitati se le concentrazioni di ozono fossero 0 µg/m3” – ha detto il professore. “Ciò potrebbe essere impossibile data la presenza di ozono da fonti naturali. Tuttavia, possiamo concludere che un numero considerevole di ricoveri ospedalieri per malattie cardiovascolari potrebbe essere evitato se i livelli fossero inferiori a 100 μg/m3, con ulteriori riduzioni a concentrazioni più basse”.

L’ozono sarà un importante fattore di rischio per la salute negli anni a venire

L’inquinamento da ozono, ben diverso dallo strato di ozono che protegge l’atmosfera terrestre assorbendo le radiazioni solari, si forma quando una serie di inquinanti come i composti organici volatili e gli ossidi di azoto emessi da veicoli, centrali elettriche, impianti industriali, chimici e di combustione, incontrano la luce solare innescando reazioni chimiche. Diversi studi hanno già provato che le elevate concentrazioni di ozono sono connesse a danni al cuore e ai vasi sanguigni, ma mancano dati precisi sull’influenza che può avere sul rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari.

Exit mobile version