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Un nuovo regolamento europeo per ridurre l’inquinamento da microplastiche

La Commissione UE ha proposto oggi un set di misure per contrastare l’inquinamento da microplastiche

inquinamento da microplastiche
Via depositphotos.com

Le grandi aziende che trattano pellet in plastica dovranno ottenere una certificazione, per prevenire meglio l’inquinamento da microplastiche

(Rinnovabili.it) – Da Bruxelles arriva la proposta di nuove misure per prevenire l’inquinamento da microplastiche. La Commissione Europea, infatti, ha appena pubblicato una bozza di regolamento sul tema, che dovrà essere discussa dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’UE.

Essendo un regolamento, una volta approvato sarà immediatamente esecutivo, senza bisogno di traduzione nelle legislazioni nazionali. Tutti gli operatori economici, sia del blocco UE che esteri, dovranno conformarsi ai nuovi requisiti entro 18 mesi dall’entrata in vigore.

Ogni anno vengono rilasciate nell’ambiente tra le 52 e le 184 mila tonnellate di pellet, cioè di frammenti di plastica inferiori a 5 mm di diametro, a causa di una cattiva gestione lungo la filiera. La proposta avanzata oggi dall’esecutivo europeo mira a rafforzare le misure precauzionali. Le stime dicono che le nuove misure ridurranno il rilascio di pellet fino al 74%. Tutto però dipende dalle modalità di calcolo e dalla capacità reali di monitorare la catena produttiva. 

La proposta cerca di migliorare le pratiche degli operatori per quanto riguarda la gestione del pellet, la certificazione e le autodichiarazioni obbligatorie. Inoltre, dispone una metodologia comune per stimare le perdite. Per le piccole e medie imprese sarà prevista una flessibilità, in modo che abbiano più tempo per conformarsi. 

Le nuove norme contro l’inquinamento da microplastiche

A seconda delle dimensioni dell’impianto o dell’attività di trasporto, gli operatori dovranno rispettare alcune pratiche di movimentazione dei frammenti di plastica. Per supportare le autorità nazionali competenti nella verifica della conformità, invece, certificatori terzi dovranno valutare gli operatori più grandi. Per le PMI è invece prevista solo un’autodichiarazione di conformità.
Per standardizzare il monitoraggio, invece, una metodologia verrà sviluppata da organismi appositi. Dovrà servire a colmare le lacune nei dati e aumentare la consapevolezza degli operatori, oltre che degli impatti ambientali e sanitari. Secondo la Commissione, i vantaggi saranno anche economici. Le minori perdite da parte delle aziende che trattano pellet di plastica, infatti, assicureranno guadagni complessivi tra i 23 e 127 milioni di euro.