L’inquinamento da glifosato riguarda almeno il 75% delle acque europee
E se il principale responsabile dell’inquinamento da glifosato non fosse l’industria agroalimentare? La controversa molecola alla base dei principali prodotti fitosanitari usati oggi nel mondo e in Europa contamina gran parte delle acque dolci europee. Un’analisi di Pesticide Action Network (PAN), nel 2022, ha riscontrato la presenza dell’inquinante nel 74% dei campioni e in 11 paesi analizzati su 12. In alcuni casi, anche con concentrazioni 30 volte oltre i limiti di sicurezza per la salute umana stabiliti dalla legge. Finora il principale indiziato è stato il settore agricolo, a causa dell’impiego di pesticidi. Una ricerca dell’università di Tübingen mette in dubbio questa certezza.
Il ruolo degli additivi nell’inquinamento da glifosato
Il punto di partenza è la constatazione che i livelli di glifosato nelle acque europee non stanno scendendo nonostante il calo nell’impiego della molecola da parte dell’agricoltura. E che la concentrazione del pesticida nei fiumi europei è molto stagionale, alta in estate e bassa in inverno. Ma se dipendesse soprattutto dall’agricoltura dovrebbe mostrare dei picchi in primavera e autunno.
Quale può essere, allora, la causa dell’inquinamento da glifosato? Lo studio suggerisce un’altra fonte, trascurata per decenni. Una fonte indiretta e più difficile da identificare: gli additivi per detergenti.
L’ipotesi dei ricercatori è che alcuni amino-polifosfonati, molecole chimiche che sono utilizzate, ad esempio, nei comuni detersivi per il bucato domestico, siano convertiti in glifosato una volta confluiti nei fanghi di depurazione degli impianti di trattamento delle acque reflue. “L’analisi dettagliata di milioni di valori individuali ci mostra che le acque reflue comunali svolgono un ruolo”, spiegano gli autori. “E alcuni dei risultati dello studio ci mostrano anche che dobbiamo localizzare una fonte di glifosato vicino alle abitazioni”.
In Europa il glifosato è ancora permesso. Nonostante sia indicato da alcune agenzie internazionali come potenzialmente cancerogeno, nel 2023 i Ventisette hanno scelto di rinnovare l’autorizzazione all’uso della molecola in tutta Europa, per 10 anni. Tuttavia, ciascun paese può decidere autonomamente se vietarne o meno l’uso, o quali restrizioni adottare. Finora, tuttavia, limiti e divieti si sono sempre concentrati esclusivamente sui pesticidi.