Una strategia è attesa dal 2008. Ma la Commissione non è ancora intervenuta. L’anno scorso una comunicazione dell’esecutivo conteneva solo principi generici. E il parlamento la incalza di nuovo.
A fronte dei ritardi della Commissione, il Parlamento Europeo chiede concretezza sull’inquinamento da farmaci
(Rinnovabili.it) – Il parlamento europeo torna alla carica sull’inquinamento da farmaci. Giovedì 17 settembre l’assemblea ha votato quasi all’unanimità una risoluzione in cui sottolinea tutti i ritardi della Commissione. E chiede l’adozione urgente di nuove misure per contenere gli effetti nocivi sull’ambiente dei prodotti delle case farmaceutiche.
Il documento, approvato con 671 voti a favore e appena 15 contro (più 10 astenuti), denuncia il ritardo con cui l’esecutivo europeo sta mettendo mano al dossier. L’ultimo colpo l’aveva battuto nel lontano marzo 2019, peraltro solo con una comunicazione all’assemblea. Ben accolta per i contenuti, ma orfana di provvedimenti concreti. Soprattutto, in 18 mesi la commissione non è riuscita a delineare un approccio strategico all’inquinamento da farmaci che dia coerenza ai diversi obiettivi.
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Nella risoluzione, gli europarlamentari chiedono che vengano adottati provvedimenti per un uso più accorto dei medicinali, lo sviluppo di processi produttivi più puliti e miglioramenti sostanziali a livello comunitario nella gestione di questa categoria di rifiuti speciali. Nello specifico, il documento evidenzia il rischio di danni agli ecosistemi e, al tempo stesso, di riduzione dell’efficacia degli stessi prodotti farmaceutici, ad esempio favorendo un aumento della resistenza agli antibiotici.
Quindi, sotto la lente dell’assemblea finiscono anche quei medicinali con proprietà tali da interferire con il sistema endocrino, che possono essere dispersi nell’ambiente. A preoccupare è anche l’aumento del consumo pro capite di medicinali, quando la condivisione di buone pratiche per evitare l’abuso preventivo di antibiotici e per il corretto smaltimento dare un contributo importante a contenere l’inquinamento da farmaci. Un sistema da ripensare profondamente, secondo gli europarlamentari, che suggeriscono di espandere le misure di controllo all’intero ciclo di vita del farmaco, dalla ricerca alla produzione fino allo smaltimento.
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I precedenti, però, non fanno ben sperare sulla reattività della Commissione. La comunicazione dell’anno scorso era attesa fin dal 2008, anno in cui la direttiva sugli standard di qualità delle acque obbligava l’esecutivo UE a sviluppare un approccio strategico sull’impatto ambientale dei farmaci. Che ancora non è all’orizzonte.