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73 candidati alle prossime europee si impegnano contro l’inquinamento chimico

L’appello a lavorare per ridurre l’inquinamento chimico viene da 19 organizzazioni della società civile ed è aperto a tutti i candidati

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Foto di MUS LIHAT su Unsplash

Le misure necessarie per contrastare l’inquinamento chimico sono tante e urgenti

Le promesse elettorali, si sa, contano spesso come quelle dei marinai. Eppure, fa notizia l’impegno di 73 candidati alle prossime elezioni europee 2024 contro l’inquinamento chimico. Un impegno che arriva su sollecitazione di 19 organizzazioni della società civile coordinate dallo European Environmental Bureau. Le ong avevano chiesto agli eurodeputati in pectore di lavorare per un’Europa libera da sostanze tossiche. 

Le adesioni all’appello vengono da candidati di 23 partiti nazionali in 14 paesi. Tra loro, 16 capilista si impegnano a combattere l’inquinamento chimico. Secondo i promotori, si tratta infatti di una minaccia grave per i cittadini e l’ambiente in UE. Pesticidi e altre sostanze nocive sono presenti nel cibo, nell’acqua, nell’aria, nel suolo e nei nostri corpi. Le conseguenze includono malattie, morte prematura, infertilità e disturbi cognitivi. I gruppi vulnerabili, come bambini e donne incinte, sono particolarmente a rischio.

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Questa “Toxic-free Pledge“, lanciata da ONG che lavorano sui temi dell’ambiente e della salute, delinea azioni chiave per i prossimi cinque anni per combattere l’impatto delle sostanze chimiche dannose.

Se terranno fede alle promesse, i candidati dovranno impegnarsi per realizzare il seguente programma:

  • Riforma rapida della normativa UE sulle sostanze chimiche (REACH)
  • Eliminazione graduale dei PFAS
  • Innovazione verso sostanze e prodotti più sicuri
  • Accesso dei cittadini alla giustizia
  • Responsabilità degli inquinatori
  • Trasparenza e tracciabilità delle sostanze chimiche
  • Stop all’esportazione di sostanze chimiche vietate 

L’appello è ancora aperto ad adesioni, anche se mancano ormai pochissimi giorni alla tornata elettorale. Le associazioni chiedono di seguire dei principi guida, come quello spesso disatteso “chi inquina paga”. Una responsabilità estesa del produttore potrebbe dare risposte utili, garantendo che l’onere finanziario legato all’inquinamento sia a carico delle aziende inquinanti.

Il concetto “One Planet, One Health” è un altro principio chiave. Dovrebbe assicurare che la decarbonizzazione e la detossificazione vadano di pari passo e che una specifica legislazione ambientale non abbia controindicazioni ecologiche. Ad esempio, una tecnologia che supporta la transizione energetica non dovrebbe essere dannosa per la salute delle persone e della natura.

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