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Inquinamento atmosferico, tutelare la salute dei bambini

Inquinamento atmosferico
Via depositphotos.com

di Andrea Barbieri Carones

(Rinnovabili.it) – Nei primi 2 anni di vita, l’esposizione all’inquinamento atmosferico è particolarmente grave e crea problemi che vanno affrontati sia livello istituzionale sia individuale. Questo il principale tema del “Documento delle società scientifiche e associazioni dell’area pediatrica” e del gruppo di lavoro “Ambiente e primi mille giorni”. E’ finalizzato a tutelare la salute dei bambini e delle famiglie, anche seguendo le raccomandazioni dell’Oms, che ha abbassato le soglie sui livelli di guardia degli inquinanti.

“Ambiente e primi 1000 giorni” è un progetto esecutivo del programma Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie realizzato con il supporto finanziario del Ministero della Salute.

Inquinamento atmosferico e salute. Le proposte delle società scientifiche pediatriche e del gruppo di lavoro ‘Ambiente e primi 1000 giorni’ per migliorare la salute dei bambini e delle famiglie” è invece il titolo del Documento di consenso che nasce nell’ambito del progetto di ricerca “Ambiente e primi 1000 giorni”.

Realizzato con il supporto finanziario del CCM-Ministero della Salute, vede come firmatarie alcune delle principali società scientifiche e associazioni in ambito pediatrico e neonatologico.

Gli estensori del documento si impegnano a lavorare assieme a “Ambiente e primi 1000 giorni”, per migliorare la salute dei bambini e delle famiglie, attraverso azioni concrete per ridurre l’inquinamento e il suo impatto sulla salute per costruire contesti di vita sani.

“Il Documento di consenso è focalizzato sull’inquinamento atmosferico outdoor, legato all’immissione nell’aria di sostanze inquinanti dovute a trasporti, traffico autoveicolare e riscaldamento domestico. Senza contare le emissioni industriali che vanno ad aggravare la situazione. Parliamo quindi di sostanze inquinanti come particolato atmosferico, biossido di azoto o ozono”, ha detto Luca Ronfani, dell’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste e referente scientifico del progetto ‘Ambiente e primi 1000 giorni’.

“Il progetto CCM – continua – ha permesso di misurare in maniera precisa l’esposizione precoce agli inquinanti ambientali nei bambini di alcune città italiane e ha valutato, grazie alla revisione della letteratura scientifica, i rischi possibili rischi per la salute legati a tale esposizione”. 

L’evidenza scientifica degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei bambini è chiara e convincente. E ha un possibile impatto sulla salute anche in età adulta. Vari studi hanno indagato gli effetti dell’esposizione precoce, dal concepimento alla fine del secondo anno di vita, agli inquinanti atmosferici.

I risultati hanno messo in luce che l’esposizione precoce all’inquinamento atmosferico può portare a malattie e oneri sanitari che durano tutta la vita e a esiti negativi durante la vita fetale e alla nascita. Ma non solo: portano anche a un aumento della mortalità infantile, disturbi dello sviluppo neurologico, obesità, compromissione della funzione polmonare, asma e otite media.

I bambini sono particolarmente vulnerabili durante lo sviluppo fetale e nei loro primi anni, quando i loro organi sono ancora in fase di maturazione.

Inquinamento atmosferico, le nuove linee guida dell’Oms

Le nuove Linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS, pubblicate il 22 settembre, hanno ridotto in modo i valori limiti per l’esposizione a lungo termine agli inquinanti più dannosi per la salute. In particolare il particolato fine (PM2.5) e il biossido di azoto (NO2)”, dichiara Francesco Forastiere dell’Environmental Research Group, School of Public Health, Faculty of Medicine, Imperial College di Londra.

E a seguito di una revisione sistematica della letteratura, i nuovi valori riportati nelle Linee Guida globali sulla qualità dell’aria (AQG 2021) sono inferiori a quelli raccomandati in precedenza.

Le concentrazioni medie annue di PM2.5 passano da 10 a 5 μg/m3, quelle di NO2 da 40 a 10 μg/m3, e la concentrazione media di ozono (per il quale non erano presenti in precedenza valori limite raccomandati) nelle 8 ore nel periodo estivo non deve superare i 60 μg/m3.

“I valori indicati dall’OMS non sono legalmente vincolanti ma servono per informare le legislazioni nazionali e dell’Unione Europea. Si tratta di indicazioni scientifiche chiare, l’inquinamento è responsabile di gravi danni per la salute, specie per l ‘infanzia, fin dalla prima esposizione in gravidanza. Non ci sono alternative a un profondo e radicale cambiamento per proteggere i bambini e le persone più vulnerabili”. 

Se è vero che molti degli interventi di dimostrata efficacia si basano su un cambiamento a livello nazionale che deve essere deciso e guidato da istituzioni governative, è altrettanto importante ricordare come sia nevralgico l’apporto dei cittadini, affinché adottino comportamenti individuali virtuosi per aiutare a ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la salute della popolazione.

La azioni proposte dal Documento

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