I livelli di polveri sottili (PM2.5) causati dalle particelle disperse in aria dai roghi arrivano a pesare fino al 50% dell’inquinamento negli Stati della costa ovest
Le fiamme compensano la riduzione dell’inquinamento atmosferico che deriva dal taglio delle emissioni
(Rinnovabili.it) – Le emissioni causate dagli incendi che devastano ogni anno la costa occidentale degli Stati Uniti compensano il calo delle emissioni nel settore energetico e della mobilità. Risultato: l’inquinamento atmosferico non solo resta alto, ma dipende in modo consistente dalla stagione dei roghi. Tanto da generare la metà delle polveri sottili (PM2.5) in sospensione nell’aria della West Coast, e il 25% a livello nazionale.
La stima è dei ricercatori delle università di Stanford e della California pubblicato ieri sulla rivista scientifica PNAS. Per illustrare come i cambiamenti nell’attività degli incendi possono influenzare l’inquinamento atmosferico e i relativi impatti sulla salute, i ricercatori hanno sviluppato un modello statistico che mette in relazione i dati relativi agli incendi e alle colonne di fumo che generano, raccolti tramite immagini satellitari, con le informazioni provenienti dalle stazioni di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico a terra.
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Da questi dati è esclusa l’ultima, devastante stagione degli incendi dell’anno appena passato. Nel 2020 i roghi hanno infranto i record precedenti, alimentati dalla siccità crescente e da una gestione poco accurata del patrimonio forestale. Le fiamme tra luglio e dicembre hanno ridotto in cenere qualcosa come 33mila km2, una superficie più grande del Belgio o pari a circa 1/3 dell’intera penisola italiana. I ricercatori invece hanno elaborato i dati relativi al triennio 2016-2018 e li hanno confrontati con quelli del decennio precedente.
“Dal punto di vista del clima, gli incendi dovrebbero essere le prime cose nella nostra mente per molti di noi negli Stati Uniti”, commenta Marshall Burke, professore associato di scienza del sistema terra a Stanford e autore dello studio. “La maggior parte delle persone non vede l’innalzamento del livello del mare. La maggior parte delle persone non vede mai gli uragani. Molte, molte persone vedranno il fumo degli incendi causati dai cambiamenti climatici “, conclude Burke.