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Inquinamento atmosferico: il lockdown ha ridotto i danni alla salute

Uno studio del CREA su 21 paesi europei ha scoperto che il blocco delle attività potrebbe determinare 6.000 nuovi casi in meno di asma nei bambini

Il blocco dovuto al covid-19 ha avuto impatti sulla diminuzione di malattie legate all’inquinamento atmosferico

(Rinnovabili.it) – I ricercatori del Center for Research on Energy and Clean Air (CREA) di Helsinki hanno scoperto che i casi di malattie causate o aggravate dall’inquinamento atmosferico sono diminuiti drasticamente per il lockdown dovuto al coronavirus. Secondo l’analisi, il miglioramento della qualità dell’aria in Europa avrebbe prodotto benefici per la salute tali da evitare 11.300 morti premature.

“La nostra analisi evidenzia gli enormi benefici per la salute pubblica e la qualità della vita che potrebbero essere raggiunti riducendo rapidamente l’uso dei combustibili fossili e l’inquinamento atmosferico”, ha dichiarato Lauri Myllyvirta, responsabile dello studio. Negli ultimi giorni, il cittadino europeo medio è stato esposto a livelli di biossido di azoto (principalmente prodotto dal trasporto su strada) inferiori del 37% rispetto a quanto normalmente ci si sarebbe aspettato. Inoltre, l’esposizione al particolato, generato dai trasporti, dall’industria e dal riscaldamento, è stata del 12% inferiore rispetto ai livelli normali.

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Lo studio, che ha interessato 21 paesi europei tra cui Germania, Italia e UK, ha scoperto che il blocco delle attività potrebbe determinare 6.000 nuovi casi in meno di asma nei bambini. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno notato che un’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico prima della pandemia potrebbe aver causato o esacerbato diabete, malattie polmonari, malattie cardiache e cancro, tutte condizioni che hanno contribuito ad aumentare il rischio di morte per i pazienti covid-19.

“Quello che possiamo affermare è che esiste una sovrapposizione tra le condizioni associate all’inquinamento atmosferico e quelle che hanno aumentato il rischio di morte per coronavirus, ha affermato Sara De Matteis, professoressa all’Università di Cagliari e membro del Comitato per la salute ambientale della European Respiratory Society.

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