L’università di York ha coordinato lo studio più completo mai realizzato sull’argomento. 1000 i siti analizzati sparsi su 104 paesi. Solo in 2 di essi non c’è traccia delle 61 sostanze analizzate. I più inquinati sono Pakistan, Bolivia ed Etiopia
Dal paracetamolo all’artemisinin, la mappa dell’inquinamento ambientale da farmaci
(Rinnovabili.it) – Più di un quarto dei fiumi in tutto il mondo ha livelli pericolosi di inquinamento ambientale da farmaci. Lo rivela lo studio più completo mai realizzato finora in materia, sia per estensione geografica (1000 siti su 258 fiumi in 104 paesi) sia per numero di sostanze monitorate (61 ingredienti farmacuetici attivi), coordinato dall’università di York grazie a una rete di 127 collaboratori.
Nessun continente si salva dall’inquinamento ambientale da farmaci. E i livelli riscontrati sono preoccupanti. Tanto che lo studio avverte: si tratta di “una minaccia globale alla salute umana e ambientale”. Di fatto, soltanto 2 siti analizzati erano privi di sostanze inquinanti: uno prelievo effettuato in Islanda e un sito presso un villaggio venezuelano, i cui abitanti non usano medicine moderne.
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Tra le sostanze rinvenute con più frequenza, lo studio segnala la carbamazepina, usata nel trattamento dell’epilessia, e il metformin, impiegato contro il diabete. Ma tracce molto consistenti sono anche quelle lasciate dalla caffeina, dalla nicotina e dal paracetamolo. In Africa lo studio segnala anche alti livelli di artemisinin, utilizzato nei prodotti anti-malarici. In Europa, il propranololo, un betabloccante usato contro l’angina e l’ipertensione.
Non sorprende che lo studio trovi più inquinamento ambientale da farmaci nei paesi a basso e medio reddito, dove i controlli e le procedure di trattamento delle acque e degli impianti industriali sono meno rigorosi. Pakistan, Bolivia ed Etiopia sono i siti più critici sotto questo profilo. Roma – unico sito italiano – si colloca nel 30° percentile, nella parte bassa della classifica, con una concentrazione di inquinanti inferiore a 400 nanogrammi al litro.
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In realtà, la minaccia generata dalla concentrazione eccessiva di sostanze farmaceutiche nei fiumi è realmente globale. Se l’impatto dei farmaci sugli ecosistemi è praticamente sconosciuto, la presenza di antibiotici nei fiumi può portare allo sviluppo di batteri più resistenti e rendere inutili le nostre medicine.