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Inquinamento acustico, così l’uomo compromette mari e oceani

Inquinamento acustico, così l’uomo compromette mari e oceani
credits: janeb13 da Pixabay

Uno studio fa il punto sugli effetti dell’inquinamento acustico sulla fauna marina

(Rinnovabili.it) – Tutti i principali studi sullo stato di salute degli ecosistemi marini non danno peso al panorama sonoro. Eppure l’inquinamento acustico è un fattore centrale: “Eppure la letteratura scientifica, se letta con attenzione, fornisce prove convincenti del fatto che il rumore causato dall’uomo è una delle principali fonti di disturbo dell’ecosistema marino”. Docente presso la King Abdullah University of science saudita, Carlos Duarte spiega al Guardian il risultato di un lavoro sistematico di revisione degli studi accademici sul tema.

Duarte e il suo team di ricerca hanno passato in rassegna oltre 500 articoli scientifici nei quali viene valutato l’impatto sulla vita marina dell’inquinamento acustico. Il risultato è stato pubblicato su Science con il titolo molto eloquente di “The soundscape of the Anthropocene ocean”, il panorama sonoro dell’oceano ai tempi dell’Antropocene.

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L’impatto sonoro dell’uomo sugli ecosistemi dei mari e degli oceani è altissimo. Circa il 90% degli studi riscontra danni significativi ai mammiferi marini come balene, foche e delfini, mentre ben l’80% rileva impatti su pesci e invertebrati. I responsabili? Praticamente ogni fonte di rumore. Ci sono riscontri per i suoni prodotti dalle navi, il sonar, i suoni sintetici (anche il rumore bianco), i dispositivi di deterrenza acustica.

Danni anche dal rumore proveniente dalle infrastrutture energetiche e dalle indagini sismiche (preliminari alle trivellazioni). Insomma, si legge nello studio, ci sono “prove evidenti che il rumore compromette la capacità uditiva e induce cambiamenti fisiologici e comportamentali negli animali marini”.

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Un concerto cacofonico di frequenze prodotte dall’uomo che colpisce la fauna marina in alcune delle sue funzioni vitali. Ad esempio l’efficacia dei richiami per aumentare la coesione sociale del gruppo in alcune specie di balene, ma anche la riproduzione e l’orientamento. In più, il rumore è di per sé una fonte di stress per gli animali marini. Che tendono a prendere decisioni peggiori che, a loro volta, possono portare alla morte dell’animale.

“Il rumore antropogenico è un fattore di stress per gli animali marini”, conclude lo studio. “Pertanto, chiediamo che venga incluso nelle valutazioni delle pressioni cumulative sugli ecosistemi marini. Rispetto ad altri fattori di stress persistenti nell’ambiente, come l’anidride carbonica emessa nell’atmosfera o gli inquinanti organici persistenti forniti agli ecosistemi marini, il rumore antropogenico è tipicamente un inquinante di origine puntiforme, i cui effetti diminuiscono rapidamente una volta rimosse le fonti”.

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