Un nuovo modo rapido e pulito per rimuovere microinquinanti dall’acqua come PFAS e metalli pesanti
(Rinnovabili.it) – Un esercito di piccole molecole è considerato una vera salvezza per rimuovere microinquinanti dall’acqua. Sono le molecole zwitterioniche, che possiedono cariche positive e negative in egual numero. In un nuovo articolo su Nature, un team di scienziati del MIT ha illustrato l’uso degli idrogel zwitterionici per catturare in modo sostenibile i microinquinanti organici e inorganici dall’acqua. Tra i primi annoveriamo i pericolosissimi PFAS, ad esempio. Tra i secondi, metalli pesanti come piombo e arsenico.
Oggi il metodo di riferimento per il trattamento dei microinquinanti nell’acqua è il carbone attivo. Tuttavia, la produzione di filtri con carbone attivo è ad alta intensità energetica e richiede temperature molto elevate in strutture grandi e centralizzate. Per produrre un kg di carbone attivo servono circa 4 kg di carbone.
La tecnica adottata dal MIT ha invece una complessità operativa minima e può rivoluzionare le tecnologie per la depurazione. Le molecole zwitterioniche sono già state utilizzate come rivestimenti sulle membrane per il trattamento dell’acqua, grazie alle loro proprietà anti-incrostazione. Ma stavolta gli scienziati le hanno impiegate per formare il materiale della struttura portante all’interno dell’idrogel, una rete tridimensionale porosa di catene polimeriche che contiene una quantità significativa di acqua. Le molecole zwitterioniche, infatti, attraggono l’acqua molto meglio rispetto ad altri materiali utilizzati per produrre idrogel o polimeri. Le cariche positive e negative sulle molecole fanno sì che il materiale abbia una compressibilità inferiore a quella comunemente osservata negli idrogel. Ciò garantisce maggiore robustezza e porosità e di conseguenza un assorbimento più rapido. I test hanno dimostrato che gli idrogel possono eliminare sei microinquinanti chimicamente diversi almeno 10 volte più velocemente del carbone attivo commerciale.
La cosa più importante è che le particelle impiegate possono essere rigenerate e utilizzate più e più volte. Immergendole in un bagno di etanolo, è possibile lavarle dai microinquinanti e riusarle senza perdita di efficacia. Quando il carbone attivo viene utilizzato per il trattamento dell’acqua, invece, si contamina e dev’essere trattato come rifiuto chimico tossico, da smaltire in apposite discariche.