La provincia cinese di Hebei continua la sua guerra antinquinamento
(Rinnovabili.it) – La provincia cinese dell’Hebei, che produce 1/4 dell’acciaio della super potenza asiatica, ricompenserà gli con pagamenti in contanti fino a 100.000 yuan (pari a 14.473,67 dollari) tutti coloro che denunceranno alle autorità incidenti dovuti all’inquinamento.
L’Hebei, regione settentrionale soggetta ad un forte fenomeno di smog, è da tempo in prima linea in una “guerra all’inquinamento” a livello nazionale, lanciata nel 2014 per porre riparo al danno ambientale causato da oltre 30 anni di crescita industriale vertiginosa.
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La provincia ha recentemente chiuso le sue acciaierie e i suoi impianti chimici, convertito migliaia di sistemi di riscaldamento domestico dal carbone al gas naturale e imposto nuovi e severi standard di qualità dell’aria e del carburante, sebbene le sue principali città siano rimaste tra le più inquinate del paese.
Il nuovo sistema di ricompensa è stato progettato per “incoraggiare il pubblico a partecipare attivamente” ad una campagna antinquinamento e, come comunica l’Ufficio provinciale per l’ecologia e l’ambiente di Hebei, entrerà in vigore a partire dal 1° settembre.
La ricompensa più alta di 100.000 yuan verrà concessa agli informatori che riporteranno e denunceranno episodi di scarico di rifiuti contenenti materiali radioattivi, infettivi o velenosi, nonché a coloro che svelano tentativi deliberati da parte dei grandi inquinatori di eludere il rilevamento.
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La qualità dell’aria di Hebei è migliorata in modo significativo dal 2014, con concentrazioni medie di PM2,5 che sono diminuite del 13% su base annua, raggiungendo il numero di 47 µg/m3 nei primi sette mesi del 2020.
La provincia, però, pur riuscendo a soddisfare lo standard nazionale cinese di 35 µg/m3 di PM2,5 nel periodo da aprile a luglio, è rimasta la sede di 5 delle 10 città più inquinate della Cina, con Tangshan, la città che produce più acciaio, classificata come la peggiore.