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Guerra in Ucraina, i russi sparano sulla centrale nucleare di Zaporižžja

Nella notte gli scontri tra esercito russo e truppe ucraine sono arrivati pericolosamente vicini a scatenare un incidente nucleare. I combattimenti vicino alla centrale di Zaporižžja, 430 km a S-E di Kiev, hanno provocato un incendio domato solo dopo alcune ore

Guerra in Ucraina: attaccata la più grande centrale nucleare d’Europa
By Ralf1969 – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7343361

I livelli delle radiazioni restano normali nei pressi della centrale nucleare

(Rinnovabili.it) – Questa notte l’esercito russo ha sferrato un attacco nei pressi della centrale nucleare di Zaporižžja. L’impianto si trova vicino alla città di Enerhodar, sul fiume Dnepr, circa 430 km a sud-est della capitale Kiev. È il più grande d’Europa e uno dei 10 più grandi al mondo con una potenza totale di 5,7GW sprigionata da 6 reattori nucleari ad acqua pressurizzata (PWR). L’attacco russo ha scatenato un incendio in una struttura a poche decine di metri da uno dei reattori, che al momento sembra domato. Al momento non sono segnalati livelli anomali di radiazioni. La guerra in Ucraina è però arrivata a un soffio dallo scatenare una catastrofe nucleare.

Cosa è successo alla centrale nucleare di Zaporižžja

Nelle prime ore di venerdì, le truppe russe avrebbero iniziato un tiro d’artiglieria contro la centrale. I sistemi d’arma che compongono l’artiglieria non hanno alti livelli di precisione: è impossibile avere la certezza che il tiro non mancherà il bersaglio anche di qualche decina o centinaio di metri. Dalle prime ricostruzioni sembra che uno o più proiettili d’artiglieria abbiano colpito un edificio amministrativo che si trova a 100-110 metri in linea d’aria dal reattore 1.

Secondo il ministro degli Esteri ucraino, il fuoco sarebbe arrivato “da tutti i lati”. Da alcuni video che circolano online si vedono sparatorie all’interno del complesso nucleare, lampi ed esplosioni compatibili con quelli causati da lancio d’artiglieria, e un grande incendio ripreso dalle telecamere di sicurezza e visibile anche da alcuni km di distanza. L’attacco e il danneggiamento di edifici nella centrale è stato poi confermato dall’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che ha chiesto immediatamente un cessate il fuoco per permettere alle autorità ucraine di domare le fiamme e mettere in sicurezza il sito.

Tutte le unità della centrale nucleare di Zaporižžja “rimangono intatte, c’è un danno al compartimento del reattore dell’unità № 1, che non influenza la sicurezza dell’unità”, ha fatto sapere il sindaco di Energodar, Dmitry Orlov. “I sistemi e gli elementi importanti per la sicurezza delle centrali nucleari sono in funzionamento. Finora non sono stati registrati cambiamenti nello stato delle radiazioni. Le attrezzature principali e le unità di potenza della centrale nucleare rimangono intatte”, ha aggiunto.

Il direttore generale dell’AIEA, Rafael Mariano Grossi, ha confermato che alle prime ore della mattina non ci sono fughe radioattive e che il proiettile di artiglieria che ha colpito la centrale è stato sparato dai russi. “Siamo fortunati che non ci sia stato rilascio di radiazioni”, ha dichiarato in conferenza stampa in mattinata, aggiungendo che i sistemi di monitoraggio della centrale hanno alcuni problemi tecnici ma stanno funzionando. “Sono disposto a incontrare a Chernobyl le parti russe e ucraine per stringere un accordo-quadro, sotto l’egida dell’AIEA, sui principi da non infrangere” durante il conflitto per garantire la sicurezza delle infrastrutture nucleari. “Dobbiamo agire, siamo in una situazione inedita”, ha aggiunto Grossi.

Non tutti i reattori dell’impianto sono in funzione. Prima dello scoppio della guerra in Ucraina erano attive le unità dalla 1 alla 4. La n°1 era in manutenzione, la n°2 e n°3 sono in shutdown controllato (il 3° reattore da stanotte). Resta operativo soltanto il reattore 4, al 60%. Il n°5 e n°6 erano spenti e operano normalmente solo in situazioni di necessità. Anche se spenti, però, i reattori contengono combustibile nucleare e il danneggiamento del guscio dell’impianto potrebbe comunque causare incidenti gravi con fughe radioattive.