Un nuovo studio dimostra il vero potenziale di contaminazione del glifosato
(Rinnovabili.it) – Il glifosato e un altro centinaio di pesticidi si disperde nell’aria e viaggia per chilometri, contaminando terreni non agricoli incluse le aree urbane. Un risultato che smonta uno degli assunti alla base della decisione europea di riautorizzare l’uso di questo prodotto fitosanitario. Lo rivela uno studio tedesco, già pubblicato nel 2019 ma adesso validato da un processo di peer-review, e pubblicato sulla rivista Environmental Sciences Europe.
Bruxelles aveva dato via libera al glifosato – tra mille polemiche – per l’ultima volta nel 2017. Il glifosato è un agente chimico utilizzato nella grande maggioranza dei diserbanti diffusi sul mercato di tutto il mondo. Negli Stati Uniti, il più diffuso pesticida è il Roundup, prodotto dalla Bayern – Monsanto e utilizzato largamente nel settore agricolo, ma anche in quello privato o ricreativo (come ad esempio nei campi da golf). Sull’impatto del glifosato è in corso un braccio di ferro in Europa.
Attualmente, l’uso del pesticida in Europa è autorizzato fino al 15 dicembre 2022. In vista del nuovo processo di valutazione il dibattito si sta di nuovo scaldando, non da ultimo perché la Commissione ha promesso, attraverso il Green Deal e la strategia Farm to Fork, di dare un taglio netto all’uso dei pesticidi in agricoltura.
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Nel frattempo, però, alcuni Stati hanno già iniziato a lavorare per riottenere l’autorizzazione al glifosato. Uno studio presentato a luglio e firmato da Francia, Olanda, Svezia e Ungheria afferma che l’erbicida non ha proprietà cancerogene, non è mutageno, e non è nemmeno tossico per la riproduzione: quindi non va messo al bando, anche se il documento chiede che venga valutato meglio l’impatto sulla biodiversità.
Lo studio tedesco, intitolato “Pesticidi e prodotti correlati ai pesticidi nell’aria in Germania”, rivela che il glifosato impiegato in agricoltura è stato rilevato in ognuno dei 69 punti di misurazione distribuiti in tutta la Germania. Anche molto lontano dai potenziali campi di origine, incluse aree come i parchi nazionali. Ma non c’è solo il glifosato: è un vero cocktail chimico di 109 diversi prodotti fitosanitari (di cui 28 mai approvati in Germania) quello riscontrato dai ricercatori.
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“Il processo di approvazione dell’UE per il glifosato si basa su fatti falsi”, esclama Boris Frank, presidente della Bündnis für eine enkeltaugliche Landwirtschaft che ha commissionato il lavoro, dove si dimostra che il glifosato “si lega alle particelle di polvere ed è trasportato attraverso l’aria per molte miglia nel paese. Il glifosato finisce nelle aree naturali protette, nei campi biologici e nell’aria che respiriamo. Il glifosato non deve essere ri-autorizzato in nessun caso”.