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Gli scarichi di acque reflue compromettono l’habitat marino

Un progetto di riqualificazione prevede l’incremento degli scarichi di acque reflue sui fondali marini di un’oasi naturalistica rischia di creare gravi danni ambientali e per la salute delle persone. Con le acque reflue non finiranno in mare solo liquami, ma anche acque di dilavamento urbano che contengono sostanze tossiche altamente inquinanti

Gli scarichi di acque reflue compromettono l’habitat marino
Foto Marevivo

L’impatto sull’ecosistema degli scarichi di acque reflue

Gli scarichi di acque reflue sono compatibili con la salute del mare o compromettono l’habitat marino?

La risposta sembrerebbe scontata, eppure un decreto ministeriale sorprende per la distrazione con cui mette in pericolo l’ambiente marino.

Un’oasi naturalistica in pericolo

Come denuncia l’associazione ambientalista Marevivo, che si batte instancabilmente da decenni per la conservazione dell’habitat marino, «il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministero della Cultura, ha completamente ignorato l’incidenza negativa del PRARU (il Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana del SIN Bagnoli-Coroglio), sulla Zona Speciale di Conservazione Europea Gaiola-Nisida e l’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola.

Tale progetto di riqualificazione prevede l’incremento degli scarichi di acque reflue sui fondali marini e di conseguenza rischia di compromettere per sempre l’oasi naturalistica e l’intera costa cittadina.

Più precisamente, tutti gli scarichi fognari di piena del bacino idrografico occidentale di Napoli confluiranno nella Zona Speciale di Conservazione IT8030041 “Fondali marini di Gaiola e Nisida” della Rete Natura 2000.

Relazione tecnico-scientifica di parere negativo

Contro la decisione del raddoppio degli scarichi, il Parco sommerso di Gaiola aveva già presentato una relazione tecnico-scientifica di parere negativo nel 2023.

Un decreto ministeriale esprime parere favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto di riconfigurazione ma, di fronte ad alcune evidenti illegittimità del decreto, Marevivo presenterà ricorso nelle sedi amministrative e penali competenti.

In sostanza, il decreto non tiene conto del fatto che il tratto di mare tra l’isola di Nisida e la Gaiola è sottoposto a un regime di tutela che comporta vincoli ben precisi.

In questa zona si trovano scogliere, grotte, habitat marini di enorme rilevanza, unici nel contesto costiero urbano, tra cui risaltano tre vasti banchi di coralligeno, una delle comunità biologiche più significative del Mediterraneo, assieme alla Posidonia oceanica, entrambe protette dalla Direttiva Habitat e dalla Convenzione di Barcellona per la protezione del Mar Mediterraneo.

Conseguenze sull’ecosistema e sulla salute delle persone

Gli scarichi di acque reflue in questo tratto di mare ne comprometterebbero l’integrità con conseguenze sia sull’ecosistema marino che sulla salute dei cittadini napoletani.

Pertanto, spiega Marevivo, il decreto lascerebbe via libera al danneggiamento dell’area anziché preservarla dagli impatti negativi.

Marevivo è capofila delle associazioni ambientaliste che si oppongono al Piano, ma è in numerosa compagnia: il mondo scientifico, quello culturale e quello dell’imprenditoria del mare sono assolutamente contrari agli scarichi di acque reflue in mare.

La petizione contro il raddoppio degli scarichi di acque reflue

Per opporsi alla realizzazione del PRARU si è costituito il Coordinamento Tutela Mare “Chi Tene o’ Mare”, che finora ha raccolto quasi 9mila firme nella petizione contraria ai nuovi scarichi (ancora aperta, per chi volesse firmare).

Quello che lascia sinceramente sconcertati è che, con l’approvazione del decreto, con le acque reflue non finiranno in mare solo liquami, ma anche acque di dilavamento urbano che contengono sostanze tossiche altamente inquinanti.

Un precedente grave per le aree protette

Si produrrebbe un danno ambientale, sociale, sanitario ed economico di inaudita gravità in contraddizione con gli obiettivi di risanamento ambientale del PRARU.

«I pareri tecnico scientifici del Parco sono stati quasi del tutto ignorati. Non è solo una pagina nera per il futuro del mare di Napoli, ma è un grave precedente per tutto il sistema italiano delle aree protette, che svilisce totalmente il ruolo dei Parchi delle Aree Marine Protette nel loro primario compito di garanti della tutela della biodiversità», commenta amaramente Maurizio Simeone, Direttore dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola.

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