Le analisi sulla partita pescata a sud della centrale di Fukushima risalgono al 26 gennaio
(Rinnovabili.it) – Stop alla vendita di scorfano nero pescato a Fukushima. Le autorità giapponesi hanno bloccato le consegne dopo che i test hanno rilevato livelli anomali di radioattività. Le analisi riguardano una partita di pesce catturato a sud dell’impianto nucleare di Daiichi il 26 gennaio scorso: il valore registrato è di 1.400 becquerel (Bq) per chilo di pescato, che sfora di 14 volte la soglia massima di 100 Bq/kg stabilita dalla legge giapponese per il consumo umano.
“Non è chiaro come questi pesci siano stati contaminati”, ha dichiarato Hideyuki Ban, direttore del Citizens’ Nuclear Information Centre, l’osservatorio indipendente sul nucleare fondato a Tokyo nel 1975. “Dalle discussioni con i pescatori locali crediamo che gli stock siano contaminati quando nuotano vicino all’impianto e poi viaggiano altrove, o la sabbia e la ghiaia che è sul fondale marino al largo dell’impianto viene spostata dal movimento dell’oceano, diffondendo la radiazione”, ha aggiunto.
Leggi anche La tutela dell’ambiente entra ufficialmente in costituzione
Non è la prima volta che si verifica un evento del genere. Uno dei più recenti risale al febbraio del 2021, quando un’altra partita di pesce catturato a circa 4 miglia nautiche dalla centrale di Fukushima aveva superato di 5 volte il limite di sicurezza sfiorando i 500 Bq/kg.
Ma è abbastanza per riportare l’allarme nell’industria ittica giapponese in vista del prossimo rilascio controllato nell’oceano dell’acqua usata per raffreddare il nocciolo fuso di Fukushima. Le associazioni della pesca temono contraccolpi reali e di immagine per i loro prodotti, anche se la Tepco – l’azienda che gestisce la centrale e il processo di decommissioning – prevede di rilasciare le quasi 1,3 mln di t di liquido dopo averle sottoposte a un processo di decontaminazione e averle diluite di 100 volte con acqua di mare. Il processo non può eliminare uno dei 64 radionuclidi, il trizio, e da analisi preliminari su acque già decontaminate avrebbe in alcuni casi lasciato livelli oltre i limiti di carbonio-14.
Leggi anche Compensazioni dal Tokyo per l’industria ittica dopo il rilascio di acqua contaminata
Secondo un rapporto preliminare dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) pubblicato a luglio 2021, nel periodo 2017-2020 i laboratori di analisi giapponesi dove viene testata l’acqua marina, i sedimenti e il pescato dell’area di Fukushima sono risultati affidabili, confermando il parere già espresso per il quadriennio precedente.