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Russia: arriva l’accusa all’oligarca per il disastro in Siberia

Per il disastro in Siberia, Putin si scaglia contro Potanin, azionista di maggioranza di Norilsk Nickel

(Rinnovabili.it) – Il presidente russo Vladimir Putin ha condannato aspramente Vladimir Potanin, il miliardario uomo d’affari presidente di Norilsk Nickel, la più grande società al mondo di produzione di palladio e tra i maggiori produttori di nichel, platino e rame. Le dure parole del Cremlino seguono il devastante disastro in Siberia avvenuto mercoledì scorso (3 giugno) e causato da una fuoriuscita di carburante che ha contaminato le acque del fiume artico Ambarnaya.

Dopo l’incidente, Putin ha dichiarato lo stato di emergenza nella regione e ha criticato senza mezze parole le autorità locali per aver dato una risposta confusa e poco coordinata al disastro in Siberia. Al contempo, l’ufficio del procuratore generale russo ha ordinato una revisione di tutti i siti pericolosi costruiti sul permafrost artico.

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Ma non solo. Durante un incontro televisivo, Putin ha affermato di aver chiesto ai funzionari di modificare la normativa russa per evitare incidenti simili in futuro, criticando ulteriormente il presidente Potanin per non aver sostituito in tempo il serbatoio del carburante, fonte della fuoriuscita. “Se lo avessi cambiato in tempo non ci sarebbe stato questo danno ecologico e la società non avrebbe dovuto sostenere questi costi di bonifica”, ha detto Putin a Potanin.

Potanin, il maggiore azionista di Norilsk Nickel con una quota del 34,6%, ha dichiarato di non poter stimare eventuali multe da parte delle autorità, ma l’impresa intende coprire i costi di compensazione fissati a 10 miliardi di rubli, pari a circa 145 milioni di dollari. Dopo queste dichiarazioni, le azioni di Nornickel sono aumentate del 3% nella borsa di Mosca, essendo state precedentemente colpite dalle ripercussioni del disastro in Siberia.

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Secondo fonti del Cremlino che hanno parlato in via non ufficiale, la gestione dell’incidente potrebbe provocare l’espulsione di Potanin dal “cerchio magico” degli oligarchi russi, che tanto peso hanno nella politica del paese. Tuttavia, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha negato questa possibilità, dichiarando che solo l’indagine chiarirà le dinamiche del disastro in Siberia e deciderà chi sia il vero colpevole.

Tuttavia, a rendere le acque ancora più torbide arriva una notizia di RBC TV, il più grande canale televisivo russo, secondo cui la filiale di Nornickel sulle sponde dell’Ambarnaya già nel 2017-2018 aveva violato le norme di sicurezza. A detta di Greenpeace, le dimensioni dell’incidente nei pressi della città settentrionale di Norilsk sono paragonabili alla disastrosa fuoriuscita di petrolio di Exxon Valdez nel 1989.

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