Rinnovabili • Disastro ambientale in Israele, catrame su tutta la costa

Spiagge piene di catrame, Israele cerca il responsabile del disastro ambientale

Le autorità temono che ci possano volere mesi a ripulire la costa dai residui di catrame che stanno inquinando l’ambiente e minacciano la fauna

Disastro ambientale in Israele, catrame su tutta la costa
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Nel mirino 9 navi in transito l’11 febbraio davanti alla costa israeliana, quando è iniziato il disastro ambientale

(Rinnovabili.it) – Gli attivisti israeliani l’hanno definito un disastro ambientale Le forze armate hanno messo in campo qualche migliaio di uomini per dare una mano a ripulire le spiagge dal catrame. Ma le autorità temono che questa operazione possa durare per dei mesi, se non per anni. Non ha ancora un nome o un volto il responsabile della fuoriuscita di idrocarburi avvenuta l’11 febbraio a circa 50 km dalle coste del paese, e che nei giorni seguenti ha iniziato ad arrivare a riva.

Sotto la lente per il momento ci sono 9 navi. Sono quelle che transitavano nel tratto di mare interessato dallo sversamento in quella finestra temporale, fa sapere il ministro israeliano dell’Ambiente Gila Gamliel. Insieme ai suoi omologhi dell’Interno e della Salute, solo pochi giorni fa Gamliel aveva vietato ai cittadini di andare in spiaggia. Una misura precauzionale per evitare rischi per la salute.

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Una stima di quanto materiale sia fuoriuscito non è ancora stata formulata. Ma non deve essere di poca entità. Il catrame si è sparso lungo tutta la costa israeliana, inquinando tanto le spiagge di Ashkelon, a sud, quanto quelle di Rosh Hanikra al “non confine” con il Libano a nord. Presumibilmente, il catrame si potrebbe essere spinto anche nel paese dei Cedri e sulle spiagge di Gaza.

Migliaia di attivisti si stanno dando da fare da alcuni giorni per ripulire le spiagge. La priorità è limitare che il disastro ambientale pesi ancora di più sulla fauna marina. Ma il governo guarda anche alla inaugurazione della stagione turistica, prevista ufficialmente per il 20 marzo.

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Le autorità hanno spiegato che una combinazione di forti venti – nei giorni scorsi il Mediterraneo orientale è stato toccato da tempeste invernali – e di onde particolarmente alte ha reso difficile sia individuare il catrame in tempo sia agire rapidamente per contenerlo in mare.

Il ministro dell’Ambiente ha comunque espresso ottimismo sulla probabilità di riuscire a individuare la nave responsabile dello sversamento. Una volta identificata, Israele probabilmente avvierà un’azione legale, con cui tentare di farsi ripagare i danni subiti.