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Russia: il disastro ambientale di Norilsk minaccia l’Oceano Artico

Il carburante fuoriuscito da un serbatoio della Norilsk Nichel ha raggiunto le acque del Lago Pyasino e rischia di confluire nel mara di Kara.

Disastro ambientale di Norilsk
Credits: nextvoyage da Pixabay

La società russa continua a tacere le conseguenze del disastro ambientale di Norilsk

(Rinnovabili.it) – La fuoriuscita di carburante che ha coinvolto la centrale elettrica di Norilsk, in Siberia settentrionale, ha raggiunto le acque del Lago Pyasino e rischia di lambire l’Oceano Artico. Si aggravano, quindi, le conseguenze del disastro ambientale di Norilsk, che Greenpeace ha paragonato alla terza più grave catastrofe ecologica mondiale, quando nel 1989 una petroliera della ExxonMobil si incagliò in una scogliera dello stretto di Prince William, in Alaska.

L’enorme fuoriuscita ha visto 21.000 tonnellate di gasolio raggiungere il fiume Ambarnaya, uno dei principali fiumi artici della Russia. Nonostante le autorità locali e la società (la Norilsk Nickel) abbiano cercato di pulire e contenere il carburante, esso ha raggiunto il bacino di Pyasino, 20 km a nord della cittadina russa costruita intorno all’impianto industriale di nichel e palladio.

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“Ora che le sostante inquinanti hanno raggiunto il lago, è importante impedire che entrino nel fiume Pyasina, che scorre verso nord e verso l’Oceano Artico”, questo è quanto ha dichiarato Alexander Uss, governatore della regione di Krasnoyarsk, alla TV di stato. Il lago Pyasino, lungo circa 70 km, sfocia infatti nel fiume Pyasina, che a sua volta raggiunge il mare di Kara nell’Oceano Artico.

In un rapporto sulle attività di pulizia pubblicato all’inizio di questa settimana, la Norilsk Nickel (la più grande società al mondo di produzione di palladio e tra i maggiori produttori di nichel, platino e rame) ha tuttavia taciuto che la fuoriuscita di carburante avesse raggiunto il Lago Pyasino. Piuttosto, il rapporto descriveva l’istallazione di strutture di contenimento nel fiume Ambarnaya per impedire che il gasolio si diffondesse ulteriormente.

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Secondo le comunicazioni ufficiali della società russa, dunque, non vi era alcun rischio che il disastro ambientale di Norilsk avesse ripercussioni sul mare di Kara. La società, accusata di negligenza in diretta nazionale da Vladimir Putin per non aver monitorato lo stato del serbatoio da cui il carburante è fuoriuscito, ha affermato di ritenere che l’incidente sia stato causato dallo scongelamento del permafrost artico, che ha indebolito le basi del serbatoio di stoccaggio.

La scorsa settimana, il presidente Putin ha dichiarato lo stato di emergenza nella regione. Secondo Vasily Yablokov, portavoce di Greenpeace Russia, il disastro ambientale di Norilsk avrà “ripercussioni negative sulle risorse idriche, sugli animali che bevono quell’acqua e sulle piante che crescono sulle rive”.