La compagnia mineraria inglese e quella brasiliana, insieme alla loro joint venture Samarco, potrebbero ricevere una multa da 457 milioni di dollari: non hanno rispettato gli accordi sulle compensazioni alle comunità colpite, finora hanno versato solo il 30% del denaro pattuito
Il disastro ambientale del 2015 uccise 19 persone e rilasciò 62 mln t di fanghi velenosi
(Rinnovabili.it) – La saga giudiziaria per il più grave disastro ambientale della storia del Brasile si allunga con un nuovo capitolo. Il 5 ottobre il procuratore generale dello stato di Minas Gerais, dove si è verificato nel 2015 il disastro della diga di contenimento di Fundao, ha denunciato tutte le grandi compagnie minerarie coinvolte nella vicenda. L’inglese BHP, la brasiliana Vale e la loro joint venture Samarco sono chiamate a pagare una maxi multa di 457 milioni di dollari: avrebbero ignorato tutte le sentenze precedenti e gli obblighi che si erano assunte.
Nel 2018, le tre aziende avevano accettato di rifondere i danni subiti a tutta la popolazione coinvolta nel disastro ambientale di tre anni prima. In realtà, hanno provato in tutti i modi non dover aprire il portafoglio. Il procuratore sostiene che le aziende hanno fatto “continuamente resistenza” e nota che, in 36 mesi, soltanto il 30% degli aventi diritto ha effettivamente ricevuto una qualche forma di compensazione.
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Il disastro ambientale era stato causato dal crollo di una diga di contenimento impiegata per lo stoccaggio di residui della lavorazione della vicina miniera, seguito poi dal collasso di una seconda infrastruttura. Entrambe le dighe hanno riversato nel Rio Doce circa 60 milioni di metri cubi di residui tossici, resti di lavorazione dell’attività estrattiva. Le dense acque color arancione hanno proseguito poi la loro corsa fino all’oceano, contaminando al loro passaggio ecosistemi terrestri, acquatici e marini per un raggio di 500 km nel sud-est del Brasile. L’oceano Atlantico di fronte alla foce del Rio Doce si è colorato di arancio per chilometri, come hanno certificato le immagini satellitari.
Non è stato l’unico disastro ambientale di questo tipo. Nel gennaio 2019 è toccato alla diga di Brumadinho, controllata da Vale, che spezzandosi ha rilasciato 12 mln di m3 di depositi fangosi e ha ucciso 270 persone. Per tutti queste catastrofi le compagnie sono finite a processo ma, al momento attuale, nessun dirigente è mai stato condannato. Il governo federale brasiliano, anzi, si è adoperato per trovare degli accordi con le aziende minerarie che prevedono solo compensazioni in denaro per le comunità colpite dall’onda di fango tossico.
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