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UE, la nuova direttiva qualità dell’aria non segue le linee guida Oms

Direttiva qualità dell’aria: UE timida sui tagli degli inquinanti
Photo by Marie Rouilly on Unsplash

Presentata la proposta di revisione della direttiva qualità dell’aria

(Rinnovabili.it) – L’Europa sceglie la strada più lunga per adeguarsi alle linee guida dell’Oms su polveri sottili, NOx e altri inquinanti atmosferici. Invece di adottare subito gli standard che l’Organizzazione mondiale della sanità ha aggiornato con soglie più basse a settembre 2021, Bruxelles vuole un percorso graduale che si concluderà solo nel 2050. Obiettivi progressivamente più stringenti, da rivedere tramite un nuovo meccanismo automatico di revisione ogni 5 anni. Lo ha annunciato oggi la Commissione UE presentando la proposta di revisione della direttiva qualità dell’aria.

I nuovi limiti per gli inquinanti

Una revisione che dà 8 anni di tempo agli stati membri per adeguarsi ai nuovi limiti, che entreranno ufficialmente in vigore soltanto il 1 gennaio 2030. Per il PM2.5, il valore massimo annuale sarà più che dimezzato a 10 µg/m3 dagli attuali 25. Il limite considerato sicuro per la salute umana dall’Oms è 5 µg/m3. La soglia di 25 µg/m3 vale per la media giornaliera e non può essere sforata per più di 18 giorni l’anno. Meno ambizione per il PM10 con il limite annuale che passa a 20 µg/m3 (era 40, per l’Oms 15), quello giornaliero a 45 µg/m3 da 50.

Stabiliti anche nuovi valori massimi per diossido di azoto (NO2) a 20 µg/m3 l’anno (50 microgrammi il limite sulle 24 ore, 200 quello sui 60 minuti) cioè il doppio delle linee guida Oms. Il valore medio sull’anno previsto finora dalla direttiva qualità dell’aria era 40 µg/m3. Per il biossido di zolfo (SO2) i tre limiti sono fissati a 20, 50 e 350 µg/m3. La nuova direttiva stabilisce anche i massimali per monossido di carbonio, benzene, piombo, arsenico, cadmio, nickel e benzo(a)pirene.

Le altre novità della direttiva qualità dell’aria

Tutti questi valori dovranno essere rivisti a partire dal 2028, ogni 5 anni, in base alle nuove evidenze scientifiche e alle tecnologie disponibili, con la possibilità di adeguarsi all’Oms prima di metà secolo. Tra le pieghe della revisione della direttiva qualità dell’aria spunta poi un incentivo importante affinché gli stati evitino di sforare. Il testo infatti prevede che i cittadini possano citare in giudizio i loro paesi di appartenenza e hanno diritto a una compensazione in caso di mancato rispetto dei limiti. Possono anche essere rappresentati da ong attraverso azioni collettive.

I nuovi standard sulla qualità dell’aria costeranno meno dello 0,1% del Pil europeo, calcola la Commissione. Cioè 7 volte meno dei benefici attesi. Ad oggi, i costi sanitari legati all’inquinamento atmosferico in Europa sono stimati tra i 231 e gli 853 mld di euro l’anno, mentre le morti premature sono almeno 300mila.

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