La distruzione dell’infrastruttura è un crimine di guerra. Ancora non chiara la dinamica e l’identità dei responsabili. Senza la diga ci possono essere problemi ai bacini di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia
La diga di Nova Kakhovka è stata colpita più volte durante il conflitto
(Rinnovabili.it) – Durante la notte è stata fatta saltare la diga di Nova Kakhovka sul Dnepr, una delle dighe più importanti dell’Ucraina. Le acque si stanno riversando a valle e porteranno ad allagamenti su un’area vastissima, sia sulla sponda sinistra (occupata dalle forze russe) sia su quella destra (in mano agli ucraini). E con gli allagamenti arrivano i pericoli di inquinamento e, soprattutto, di problemi alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. La distruzione di una diga, così come provocare danni deliberati a una centrale nucleare, sono crimini di guerra (art.56, I protocollo addizionale di Ginevra).
Rimpallo di responsabilità
Non è ancora chiaro chi abbia distrutto parte della diga di Nova Kakhovka. Gli ucraini hanno subito additato la Russia accusandola di “ecocidio”. “Terroristi russi. La distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka non fa che confermare al mondo intero che devono essere espulsi da ogni angolo del territorio ucraino. Non un solo metro dovrebbe essere lasciato a loro, perché usano ogni metro per il terrore. Solo la vittoria dell’Ucraina restituirà la sicurezza. E questa vittoria arriverà. I terroristi non potranno fermare l’Ucraina con l’acqua, i missili o qualsiasi altra cosa”, ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodimir Zelensky.
Le fonti russe invece hanno negato per ore il danno, riferendo al contrario che l’infrastruttura era intatta. Una versione fornita sia da media statali (Tass, Ria Novosti) sia dal sindaco Leontyev nell’immediatezza dell’evento. Quest’ultimo ha poi corretto il tiro dopo qualche ora parlando di un bombardamento ucraino che avrebbe distrutto la centrale idroelettrica ma non il resto della diga. Dai video che circolano online si vede un danno evidente all’infrastruttura, proprio nella parte che ospitava le turbine della centrale. L’11 novembre 2022 le forze russe avevano già danneggiato la diga, colpendo la strada che le corre sopra.
Resta molto probabile l’ipotesi di un crollo strutturale. Dovuto “solo” indirettamente al conflitto. Negli ultimi giorni la diga aveva registrato dei piccoli crolli, di nuovo a parte della strada che la sovrasta. E a maggio le precipitazioni abbondanti avevano fatto alzare molto i livelli del bacino, aumentando la pressione sull’infrastruttura.
Le conseguenze della distruzione della diga di Nova Kakhovka
La diga si trova a circa 30 km a monte della città di Kherson. È questo il primo grande centro urbano colpito dall’onda di piena che si sta riversando a valle. Secondo un modello previsionale elaborato tempo fa dall’azienda di ingegneria idroelettrica svedese Dämningsverket, il flusso di acqua potrebbe colpire il ponte Antonivsky a Kherson con un’onda tra 4 e 5 metri di altezza. La città finirà in parte sott’acqua, soprattutto il porto e la parte meridionale. L’ondata ingrosserà anche alcuni affluenti del Dnepr, l’Inhulets e il Bug, causando probabilmente allagamenti anche a Mikolaiv. Ci vorranno diverse ore prima che la piena tocchi tutte queste località. Altre previsioni sono più caute e ipotizzano un’ondata più contenuta perché l’acqua si disperderà lateralmente in modo rapido.
È difficile stimare l’impatto che possono avere queste inondazioni. Uno dei pericoli maggiori è che siano interessati anche siti industriali, con il rischio di una contaminazione su vasta scala delle acque e del territorio circostante. Problemi possono essere riscontrati anche in Crimea, visto che la diga di Kakhovka era fondamentale per garantire acqua al principale canale che assicura rifornimenti idrici alla penisola. C’è poi il capitolo Zaporizhzhia. La centrale è stata messa da qualche mese in shutdown, cioè non produce più energia elettrica. Una scelta dettata dai ripetuti scontri che hanno interessato l’impianto. Anche in questo stato, tuttavia, i reattori non sono inerti e hanno bisogno di acqua per il raffreddamento. Il surriscaldamento del nocciolo può portare alla fusione con conseguente rilascio di radioattività. L’inondazione potrebbe creare problemi di approvvigionamento ai bacini di raffreddamento di Zaporizhzhia. Infine, a valle della diga sono presenti diversi siti di interesse comunitario e aree protette, ecosistemi che potrebbero essere degradati dall’inondazione.