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Volkswagen deve risarcire tutta Europa per il dieselgate

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credits: Krzysiek da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Lo scandalo emissioni che ha travolto Volkswagen e a cascata tanti altri marchi europei non finisce con i processi. La casa di Wolfsburg ha ricevuto una condanna per il dieselgate dalla Corte di giustizia europea lo scorso dicembre: i suoi “defeat device”, i dispositivi che truccano i livelli emissivi in particolari condizioni falsando i test, sono fraudolenti. Adesso la Commissione torna alla carica: VW deve risarcire tutti i clienti truffati, non soltanto i tedeschi.

Un punto che interessa da vicino anche gli italiani. A inizio luglio è arrivata la sentenza di primo grado della class action contro Volkswagen Italia per il dieselgate: il marchio ha perso e 63mila clienti hanno iniziato a festeggiare pensando ai 200 milioni di rimborsi stabiliti dal giudice. Finora però VW ha aperto alle compensazioni soltanto per i tedeschi, dopo aver perso una causa a maggio 2020 presso la Corte federale.

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“Ci sono state sentenze del tribunale che hanno esposto il trattamento iniquo dei consumatori da parte di Volkswagen, eppure la casa automobilistica non è disposta a lavorare con le organizzazioni dei consumatori per trovare soluzioni adeguate per i consumatori”, ha dichiarato il commissario per la giustizia dell’UE Didier Reynders in una nota. “Come ho scritto alla società l’anno scorso, non solo i consumatori residenti in Germania, ma tutti i consumatori devono essere risarciti”.

La casa automobilistica da questo orecchio non ci sente. La sua posizione è che nulla è dovuto visto che VW ha già provveduto ad aggiornare i software truccati in modo da rispettare le leggi vigenti in materia di emissioni dei veicoli. Questo però non cancella la frode e il danno agli automobilisti, argomenta l’UE. E fa riferimento proprio ai processi arrivati a sentenza che danno torto a VW, come appunto il filone italiano del dieselgate. “La posizione dell’azienda non è cambiata nonostante le recenti decisioni dei tribunali nazionali e dell’UE, motivo per cui la Commissione e le autorità per i consumatori dell’UE stanno aumentando la pressione”, spiega ancora il commissario.

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lm

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