L’Agenzia di protezione ambientale dice sì all’uso di pesticidi a base di dicamba
(Rinnovabili.it) – L’Agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA) ha dichiarato che gli agricoltori possono fare uso delle scorte esistenti di pesticidi a base di dicamba (derivato del clorurato dell’acido anisico), nonostante un tribunale federale ne abbia bloccato la vendita e l’uso. Per l’EPA, i coltivatori potranno utilizzare le scorte del pesticida fino al 31 luglio.
Il 3 giugno una commissione di tre giudici della nona Corte d’Appello del Circuito degli Stati Uniti aveva stabilito che l’Agenzia di protezione ambientale avesse sostanzialmente sottostimato i rischi legati all’uso dei pesticidi contenenti dicamba, che vengono prevalentemente utilizzati per le coltivazioni di soia e cotone geneticamente modificati.
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La decisione del tribunale, però, aveva portato malcontento tra gli agricoltori. Questi ultimi, infatti, avevano acquistato i prodotti chimici a base di dicamba mesi fa, durante la fase finale della piantumazione delle colture di soia, di cui gli USA sono il secondo più grande esportatore al mondo. Inoltre, secondo alcuni critici, la decisione della Corte avrebbe potuto creare condizioni di disparità all’interno del settore agricolo.
Per tale ragione, in una nota, l’Epa sottolinea che riconoscere la possibilità di fare uso delle scorte di pesticidi a base di dicamba “mitigherà alcune delle devastanti conseguenze economiche dovute alla decisione della corte”. Infatti, quest’anno circa il 60% della soia statunitense dovrebbe essere prodotta facendo uso di semi di soia Xtend, un prodotto Bayer resistente al dicamba. Il mancato uso del pesticida, dunque, avrebbe messo quel tipo di coltura in pericolo.
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Per questa ragione, numerosi Stati USA la cui economia si basa sull’agricoltura avevano dichiarato, dopo la decisione del tribunale, che avrebbero comunque consentito l’uso di dicamba, mentre aspettavano indicazioni più chiare dall’EPA. Nel momento in cui l’Agenzia di protezione ambientale si è espressa, però, non sono mancate le proteste dei gruppi ambientalisti e di interesse pubblico.
Il dicamba, erbicida successore del glifosato promosso dalle stesse grandi imprese che detengono il controllo del settore agrochimico, ha ricevuto nel solo 2017 più di 130 denunce per i danni causati dal suo uso. Infatti, la considerevole volatilità della sostanza le consente di diffondersi con particolare rapidità, colpendo anche le coltivazioni non attrezzate per resisterle.