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Guerra al dicamba? L’Epa mette nel mirino l’erbicida di Bayer-Monsanto

Dicamba: l’Epa valuta i rischi dell’erbicida erede del glifosato
via depositphotos.com

La molecola di dicamba è commercializzata come XtendiMax

(Rinnovabili.it) – L’Epa riapre il dossier dicamba e fa sudare freddo la Bayer. Solo quest’anno, l’agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti ha ricevuto 3.500 esposti contro il pesticida erede del glifosato per danni alle colture causati dall’uso del fitosanitario in campi di soia e cotone vicini. La procedura di verifica dovrà valutare se l’uso del dicamba genera “rischi irragionevoli” per le altre coltivazioni.

Rimettere mano al dossier non significa che l’Epa prenderà decisioni in tempi brevi. Tutt’altro: l’agenzia fa sapere che per la stagione 2022 non adotterà ulteriori restrizioni. In compenso, darà supporto agli Stati che vogliono ridurre la possibilità di usare il pesticida (Missouri e Arkansas lo fecero già nel 2017).

Cos’è il dicamba?

Il colosso dell’agrochimica Bayer (oggi fuso con Monsanto) da qualche anno ha messo in commercio un erbicida basato sulla molecola di dicamba e venduto al pubblico con il nome di XtendiMax. Si tratta ormai di uno dei pesticidi più diffusi, soprattutto nella coltivazione della soia geneticamente modificata e del cotone. Bayer vende sia il pesticida che le sementi geneticamente modificate per resistergli, secondo lo stesso modello del glifosato/RoundUp.

Il dicamba ha quindi avuto una crescita esponenziale. Nel 2018, su 103 milioni di acri di soia e cotone piantati negli Stati Uniti, circa 56 milioni di acri sono stati piantati con semi con il tratto di tolleranza al dicamba della Monsanto, rispetto ai 27 milioni di acri dell’anno prima in 2017. E nel 2020, stime Bayer, sono irrorati di pesticidi a base di dicamba il 60% delle coltivazioni di soia a stelle e strisce.

I danni dell’erbicida negli USA

Negli ultimi 5 anni si sono moltiplicate le denunce di danni agricoli causati dall’uso del dicamba. Quelle raccolte nel 2021 parlano di 400mila ettari di colture di soia non tolleranti all’erbicida presumibilmente danneggiati dall’applicazione “fuori bersaglio” del dicamba. I più colpiti sono barbabietole da zucchero, riso, patate dolci, arachidi e uva, ma si registra anche la contaminazione di un’area protetta. Quasi 1 esposto su 10 proviene da contee che hanno chiesto ulteriori restrizioni per proteggere le specie in pericolo quando il dicamba viene applicato a colture di soia e cotone tolleranti.

Adesso l’Epa potrebbe tornare sui suoi passi. Nel 2020, infatti, l’agenzia americana aveva stralciato una sentenza di tribunale che aveva vietato la vendita dell’erbicida, colpendo l’XtendiMax ma anche l’Engenia di BASF e il FeXapan di Corteva che si basano sulla stessa molecola.

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