Con la contaminazione delle zone rurali, i danni delle microplastiche si estendono agli insetti impollinatori, con potenziali effetti domino
La sicurezza alimentare messa a rischio dai danni delle microplastiche alle api
I danni delle microplastiche che finiscono nell’ambiente e inquinano i paesaggi urbani e rurali stanno colpendo gli insetti impollinatori e altre specie utili. Uno studio pubblicato su Nature Communications, condotto da un team internazionale, rivela che l’ingestione di queste particelle da parte degli insetti può compromettere i loro organi e modificarne il comportamento. Ciò causerebbe effetti negativi sui servizi ecosistemici, come l’impollinazione e il controllo dei parassiti. Le conseguenze di questa forma di inquinamento potrebbero minacciare la biodiversità, la produzione agricola e la sicurezza alimentare globale.
La plastica nei campi e gli effetti sugli insetti
Secondo la ricerca, le microplastiche e le nanoplastiche che inquinano le zone rurali vengono da film plastici, fertilizzanti, acqua contaminata e depositi atmosferici, accumulandosi nei terreni agricoli. Le api e altri insetti utili, fondamentali per il controllo dei parassiti, ingeriscono queste particelle dall’aria o dal cibo e talvolta le utilizzano persino per costruire i loro nidi. L’ingestione di micro e nanoplastiche può danneggiare il sistema digestivo delle api, indebolirne il sistema immunitario e alterarne il comportamento, rendendole più vulnerabili alle malattie e meno efficaci nell’impollinazione.
Gli scienziati sottolineano quindi l’urgenza di indagare su come l’inquinamento da microplastiche interagisca con altri fattori di stress ambientale, come il cambiamento climatico. Non solo. Fattori come pesticidi, inquinamento chimico e patogeni si aggiungono al quadro, aggravando ulteriormente il problema. In alcune aree, questi fattori creano veri e propri “hotspot” di rischio per gli impollinatori. L’effetto combinato dei fenomeni, infatti, mette ulteriormente a rischio la loro salute e, di conseguenza, la produzione agricola. La riduzione dei servizi di impollinazione, avvertono i ricercatori, potrebbe infatti aggravare le già esistenti incertezze nell’approvvigionamento alimentare globale.