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Dall’imballaggio al cibo: i Pfas fluorotelomeri possono contaminare quello che mangiamo

Un sottogruppo dei “forever chemicals”, i Pfas fluorotelomeri, possono passare dagli imballaggi per uso alimentare ai cibi che avvolgono, nonostante l’industria abbia sempre affermato il contrario

Pfas fluorotelomeri: possono contaminare alimenti
Foto di Yoad Shejtman su Unsplash

Uno studio rivela la tossicità dei Pfas fluorotelomeri e come contaminano gli alimenti

(Rinnovabili.it) – Dalla carta alimentare che lo avvolge al cibo che state per mangiare: ci sono delle sostanze tossiche che possono fare questo salto. Si tratta di un sottogruppo degli Pfas, le sostanze chimiche soprannominate “forever chemicals” perché non si degradano naturalmente nell’ambiente e si possono accumulare nelle catene trofiche. Più precisamente, si tratta degli Pfas fluorotelomeri. Sostanze che vengono usate come sostituto di altri Pfas di prima generazione, di cui è acclarata l’alta tossicità.

Perché i Pfas fluorotelomeri sono nocivi?

Nella realtà non sono esattamente questi Pfas fluorotelomeri a passare dall’involucro di carta al suo contenuto. Si tratta di strutture relativamente grandi se confrontate con le dimensioni medie di altri composti perfluoroalchilici. Secondo uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology Letters, però, i Pfas fluorotelomeri possono rilasciare un altro composto, il 6:2 FTOH. Che è una sostanza riconosciuta come tossica e ormai non più utilizzata nei processi industriali per la produzione di imballaggi e involucri destinati ad uso alimentare (come fogli di carta, piatti, tazze, sacchetti, inclusi alcuni tipi di questi prodotti commercializzati come compostabili e green).

A queste conclusioni, i ricercatori sono arrivati prelevando 42 frammenti di imballaggi provenienti da catene di fast food che servono hambuger, insatale, patatine fritte, burrito e altri alimenti. In metà dei campioni erano presenti Pfas. Dei prodotti contaminati da Pfas, i ricercatori ne hanno poi monitorati 8 per 2 anni: dopo averli tenuti in luoghi bui e senza alcun contatto con l’esterno, i livelli di Pfas erano crollati dell’85%. Segno chiaro del fatto che queste sostanze possono lasciare l’imballaggio. E passare agli alimenti.

Un risultato che potrebbe avere dei risvolti allarmanti. Molti paesi, infatti, stanno guardando proprio a questi tipi di prodotti compostabili e green per rimpiazzare posate e piatti di plastica usa e getta. In questo modo, tuttavia, si amplificherebbe molto la contaminazione da Pfas fluorotelomeri.