Rinnovabili • Costi dell’inquinamento industriale: in Europa valgono il 2% del pil

In Italia i costi dell’inquinamento industriale valgono 32 miliardi l’anno

Nell’ultimo decennio i costi esterni, in termini di salute e impatto ambientale, dell’industria europea sono scesi del 35%. Ma restano ancora elevati: fino a 428 miliardi di euro l’anno. L’Italia pesa per il 7,5% del totale

Costi dell’inquinamento industriale: in Europa valgono il 2% del pil
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I dati dell’EEA sui costi dell’inquinamento industriale nei 27

(Rinnovabili.it) – Tra impatti sulla salute e sul clima, le emissioni dell’industria europea ci costano ancora tra i 268 e i 428 miliardi di euro l’anno. Il 2% del pil dell’UE. Anche se nell’ultimo decennio sono scesi in modo considerevole, del 35%. Merito delle “politiche volte a mitigare e controllare l’inquinamento”, ma anche di altri fattori come “l’uso di combustibili a minore intensità di carbonio”. L’Italia, solo nel 2021, è responsabile di 19-32 mld di costi. Lo sostiene un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) sui costi dell’inquinamento industriale, in cui calcola in termini economici il peso dei danni ambientali e dei costi sociali ad essi collegati.

Costi dell’inquinamento industriale, i gas serra pesano sempre di più

Cosa pesa di più in termini di costi dell’inquinamento industriale? Nel 2021, l’ultimo anno preso in esame dal rapporto, la voce più impattante è quella degli inquinanti atmosferici (come il PM10, i NOx, …), che occupano una quota del 27-55% del totale dei costi a seconda dei parametri che si usano per valutarne la durata di vita. Sulla stessa lunghezza i gas a effetto serra, che pesano per il 43-69%. Seguiti, al terzo posto, da metalli pesanti (3-4%) come arsenico, cadmio e cromo e dagli inquinanti organici (0,02-0,03%). Da notare che nei 10 anni presi in esame, il peso relativo dei gas serra è aumentato: segno che le politiche sono più efficaci nell’abbattere gli inquinanti più che la CO2 e il metano.

A trainare la discesa dei costi dell’inquinamento industriale è l’efficientamento del settore energetico, grazie all’impiego più massiccio delle soluzioni tecnologiche più avanzate disponibili e, non meno importante, alla progressiva decarbonizzazione tramite il passaggio a combustibili meno inquinanti e ad alta intensità di carbonio. “Altri settori industriali registrano riduzioni relative dei costi esterni inferiori e potrebbe esserci ancora potenziale per migliorare ulteriormente le prestazioni ambientali”, nota l’EEA.

Chi inquina di più in Europa? Tra le 10.000 strutture industriali analizzate, sono appena 100 quelle responsabili di più del 50% di costi dell’inquinamento industriale (di cui 9 in Italia). E di queste 100, metà sono centrali termoelettriche localizzate soprattutto in Germania e Polonia: gli ultimi grandi impianti a lignite ancora attivi in UE. A livello di paesi, l’Italia è nella pattuglia dei maggiori inquinatori insieme alle altre grandi economie dei Ventisette: Germania, Francia e Spagna. A cui si aggiunge, come grande inquinatore ma con un pil inferiore, la Polonia.