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Corte dei Conti, pesticidi: l’azione dell’UE ha effetti limitati e non sufficienti

La relazione stilata dalla Corte dei Conti europea evidenzia limiti, lacune e mancanze circa l’azione intrapresa dagli Stati membri per la regolamentazione dell’uso di pesticidi e prodotti fitosanitari. Servono più controlli e migliori indicatori di rischio.

 

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Credits: Franck Barske da Pixabay

 

Pesticidi, la Corte dei Conti chiede maggiori verifiche e parametri comuni a tutti gli Stati membri

 

(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea ha di recente vietato la produzione e l’utilizzo in Europa di alcuni pesticidi ritenuti dannosi per l’ambiente e la salute. Tra questi, il clorpirifos, il clorpirifos-metile e il thiacloprid, per i quali non sono state rinnovate le licenze d’uso. Ma non solo: come evidenziato dalla nuova relazione stilata dalla Corte dei Conti europea, i progressi nella misurazione e nella riduzione dei rischi derivanti dall’uso di queste sostante (insetticidi, fungicidi ed erbicidi) risultano limitati e insufficienti. 

 

Nel dettaglio, secondo la relazione la Commissione europea non avrebbe debitamente verificato la completezza o l’esattezza del recepimento della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, adottata già nel 2009. Pur riconoscendo la progressiva intensificazione degli interventi per il rispetto della direttiva, secondo la Corte alcuni Stati membri non avrebbero recepito nel diritto nazionale l’obbligo per gli agricoltori di applicare la difesa integrata. Con difesa integrata s’intende la possibilità da parte degli agricoltori di ricorrere ai pesticidi solo nel caso in cui prevenzione o altri metodi dovessero fallire o risultare inefficaci. 

 

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La Commissione europea non è stata capace, finora, di ridurre in misura consistente e controllare i rischi associati all’impiego di pesticidi da parte degli agricoltori”, ha dichiarato Samo Jereb, membro della Corte dei Conti europea responsabile della relazione. “C’era l’opportunità di risolvere adeguatamente questo problema grazie alla nuova politica agricola comune che entrerà in vigore nel 2021, ma purtroppo non è stata colta”.

 

Infine, a causa della mancanza di dati pertinenti, la Corte ha rilevato anche l’impossibilità di sviluppare indicatori comuni sui rischi e sull’impatto delle sostanze.  I primi due indicatori di rischio a livello UE sono stati introdotti solo nel novembre 2019, cioè dieci anni dopo l’adozione della direttiva, e nessuno dei due tiene conto del modo, del momento e del luogo in cui i pesticidi sono utilizzati. Alla Commissione”, conclude la Corte, manca ancora una solida base di dati concreti per stabilire se la direttiva abbia conseguito l’obiettivo dell’UE di rendere sostenibile l’uso dei pesticidi”. 

 

Pertanto, data la “crescente preoccupazione manifestata dai cittadini e nelle aule parlamentari”, la Corte raccomanda per mezzo della relazione stilata di verificare la difesa integrata a livello di azienda agricola, consentire il collegamento della difesa integrata ai pagamenti a titolo della nuova PAC e migliorare le statistiche sui prodotti fitosanitari e sviluppare migliori indicatori di rischio.

 

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