Un altro effetto tangibile del rallentamento economico dovuto allo scoppio del Coronavirus
(Rinnovabili.it) – Lo studio pubblicato dal Center for Research on Energy and Clean Air lo aveva anticipato: le emissioni cinesi di biossido di carbonio sono state inferiori di circa il 25% rispetto allo stesso periodo nel 2019 e il Coronavirus ne è il principale responsabile. Ma non è solo la CO2 ad essere diminuita. I satelliti di monitoraggio dell’inquinamento della NASA e dell’Agenzia spaziale europea (ESA) hanno infatti rilevato anche riduzioni significative nell’inquinamento da biossido di azoto (NO2), sottoprodotto di combustione fossile dovuto a veicoli e centrali elettriche, che può causare problemi respiratori anche gravi.
La Cina ha già visto una riduzione di circa 150 milioni di tonnellate di CO2 in sole tre settimane – l’equivalente delle emissioni di New York in un anno – e ora anche l’inquinamento da biossido di azoto si è ridotto, inizialmente a Wuhan, epicentro dell’epidemia di Coronavirus, poi in tutta la nazione. Lo hanno mostrato gli scienziati della NASA esaminando i dati raccolti dai loro satelliti e dall’Agenzia spaziale europea. Sulle mappe ricavate si nota un marcato declino nelle concentrazioni di NO2 tra l’1 e il 20 gennaio, quindi prima che fosse imposta a Wuhan una quarantena totale per il Coronavirus, e in altre città dal 10 al 25 febbraio. “Questa è la prima volta che vedo un calo così significativo su un’area così ampia dovuto a un evento specifico“, ha affermato Fei Liu, ricercatore presso il Goddard Space Flight Center della NASA.
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Anche la crisi finanziaria globale del 2008 aveva visto una riduzione del biossido di azoto in diversi paesi, ma non a questi livelli e nemmeno a questa velocità. Ad oggi la quantità di NO2 nella Cina orientale e centrale sono inferiori dal 10 al 30% rispetto alla “normale” concentrazione riscontrata nello stesso periodo di tempo. Le immagini satellitari della NASA mostrano proprio questa riduzione e i ricercatori sottolineano che “ci sono prove che il cambiamento sia almeno in parte correlato al rallentamento economico in seguito allo scoppio del Coronavirus”. Infatti è calata rapidamente la domanda di carbone e petrolio a causa della rapida diffusione del virus e delle conseguenti misure contenitive imposte dal governo cinese. Non ci si poteva aspettare altro che un calo nelle emissioni. Infatti, come sottolineato da Liu, “non sono sorpreso perché molte città a livello nazionale hanno adottato misure per ridurre al minimo la diffusione del virus”. Gli spostamenti di persone sono interdetti, le fabbriche di tutto il paese chiuse, la provincia centrale di Hubei, regione industriale chiave per il paese, è in quarantena.
Nonostante gli scienziati avessero già osservato una significativa riduzione di NO2 intorno a Pechino durante le Olimpiadi del 2008, l’effetto era stato locale e i livelli di inquinamento erano aumentati nuovamente una volta finito l’evento, cosa che ora non si sta verificando. Anche il fatto che l’epidemia di Coronavirus sia scoppiata durante le celebrazioni del capodanno lunare, periodo in cui aziende e fabbriche chiudono e, di conseguenza, in cui le emissioni sono più basse, non giustifica livelli così bassi di NO2 e CO2. Osservazioni precedenti avevano infatti già dimostrato che l’inquinamento atmosferico diminuiva durante questo periodo per poi tornare a crescere al termine del capodanno. Barry Lefer, ricercatore alla NASA, ha affermato che “c’è sempre un rallentamento generale in questo periodo dell’anno”, ma Liu e gli altri scienziati non hanno visto un aumento dell’NO2 dopo le vacanze. “Quest’anno, il tasso di riduzione è più significativo rispetto agli anni passati e sta durando più a lungo”.
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