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Le conseguenze della plastica negli oceani per l’economia marina sono enormi

conseguenze della plastica negli oceani
Foto di Naja Bertolt Jensen su Unsplash

L’economia circolare può ridurre le conseguenze della plastica negli oceani

Quando le assicurazioni suonano l’allarme, c’è sempre da preoccuparsi. Perché significa rischi difficili da coprire a costi accessibili. È il caso delle conseguenze della plastica negli oceani. Il rapporto Sustainable Ocean di Allianz evidenzia a questo proposito una minaccia senza precedenti per l’economia oceanica globale. Il settore vale oggi 2500 miliardi di dollari complessivi e potrebbe vedere flessioni considerevoli. Gli impatti dell’inquinamento e sul settore della pesca, del turismo costiero e del trasporto marittimo potrebbero raggiungere i 197 miliardi di dollari entro il 2030 e crescere fino a 434 miliardi di dollari entro il 2050. La continua crescita della produzione di plastica potrebbe far lievitare questi costi a 731 miliardi di dollari entro la metà del secolo.

Il rapporto avverte che, se non si interviene, la plastica e le emissioni di carbonio metteranno a rischio non solo l’economia, ma anche la vita di oltre 680 milioni di persone che vivono in zone costiere. Lo faranno aggravando la crisi climatica e minando la sicurezza alimentare. L’acidificazione degli oceani e l’erosione degli ecosistemi marini rappresentano ulteriori minacce critiche secondo Allianz, che nelle conclusioni del rapporto individua possibili strategie di mitigazione.

In primo luogo, raccomanda di promuovere un’economia circolare, riducendo la produzione e le conseguenze della plastica negli oceani. I benefici di una piena implementazione di modelli circolari sono stimati in 4500 miliardi di dollari all’anno al 2030. Tuttavia, c’è un urgente bisogno di aumentare i finanziamenti per la protezione degli oceani. Oggi infatti, in questo settore, l’agenzia riscontra un gap di 150 miliardi di dollari l’anno.

Il rapporto esorta infine governi, aziende e individui ad agire con urgenza per salvaguardare la salute degli oceani. Propone strumenti finanziari come i blue bond e gli swap debt-for-nature. Il turismo stesso potrebbe contribuire maggiormente al finanziamento della conservazione marina, attraverso l’introduzione di tasse che potrebbero essere reinvestite in progetti basati sulla comunità.

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