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Come mantenere una buona qualità dell’aria post-pandemia?

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By Igors JefimovsOwn work, CC BY 3.0, Link

Dall’UCLA una lista di azioni per mantenere alta la qualità dell’aria post-pandemia di COVID-19 

(Rinnovabili.it) – Ci stiamo abituando a un’aria più pulita sia in Italia che nel resto del mondo a causa delle misure restrittive dovute alla pandemia di COVID-19. Ma, dal momento che pare l’emergenza stia rientrando, molti temono si ritorni esattamente al punto di partenza, con un netto abbassamento nella qualità dell’aria. Un team di ricerca dell’Università della California (UCLA) sostiene però come questo non debba necessariamente essere il nostro destino.

Nell’articolo pubblicato su Nature Sustainability, gli studiosi, partendo proprio dalla California, descrivono le misure che permetterebbero di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e climalteranti entro il 2050.

A più riprese, la crisi del coronavirus ha sottolineato il doppio filo che lega salute e qualità dell’aria. Da un lato, lo smog è connesso all’insorgenza di malattie respiratorie, cardiovascolari, problemi neurologici e tumori. Dall’altro, le ultime ricerche hanno mostrato come le persone esposte ad alti tassi di inquinamento dell’aria siano le più vulnerabili al Covid-19. “Non è necessario vivere una pandemia globale per avere aria più pulita e vite più sane”, sottolinea Yifang Zhu, professore presso la UCLA Fielding School of Public Health e autore dello studio. “L’azione climatica avvantaggia direttamente le persone a livello locale e regionale creando un’aria più pulita. I benefici per la salute pubblica sono sia immediati che a lungo termine, permettendoci di risparmiare miliardi ogni anno”.

Per il team di ricerca, con delle semplici misure si potrebbero evitare ogni anno, solo in California, circa 20.000 morti premature, contribuendo al contempo a limitare i cambiamenti climatici. 

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Lo studio della UCLA mostra chiaramente come si possa fare, partendo dal territorio californiano. Questa ricerca è la prima ad aver creato una tabella di marcia che, grazie a politiche attente al cima, alla qualità dell’aria e attraverso la messa in campo di tecnologie già sul mercato, potrebbe rendere reale già entro il 2050 l’obiettivo emissioni zero. Il co-autore dello studio Tony Wang, ingegnere del California Air Resources Board, ha sottolineato come “nulla di ciò che stiamo suggerendo è fantascienza”. 

In California il raggiungimento delle emissioni zero entro la metà del secolo potrebbe ridurre i sintomi respiratori acuti in 8,4 milioni di adulti oltre ad evitare l’asma a circa 1 milione di bambini e i ricoveri ospedalieri di 4.500 persone dovuti a patologie cardiovascolari. Inoltre queste azioni hanno importanti vantaggi economici, infatti il raggiungimento di emissioni zero post-pandemia potrebbe far risparmiare, sempre entro il 2050, circa 109 miliardi di dollari all’anno. 

Gli autori sperano che le loro ricerche aiutino i politici sia locali che internazionali a comprendere quali azioni intraprendere per limitare i cambiamenti climatici, senza dimenticarsi la necessità di avere coraggio: le loro decisioni andranno a beneficio diretto delle persone e di tutto il pianeta. 

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