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Chi sono i responsabili dell’inquinamento da plastica?

Usando una metodologia sviluppata da Break Free From Plastic, un team di ricerca individua le "fonti di marca" dell’inquinamento da plastica

responsabili dell'inquinamento da plastica
Foto di OCG Saving The Ocean su Unsplash

Mancano politiche per far emergere i responsabili dell’inquinamento da plastica

Un recente sondaggio transcontinentale sui rifiuti, che applica la metodologia di verifica del marchio di Break Free From Plastic, ha messo in imbarazzo alcuni dei più noti marchi mondiali. Lo studio, pubblicato su Science, mostra che Coca-Cola, PepsiCo, Nestlé, Danone e Altria sono tra i nomi più associati a rifiuti di plastica di marca presenti nell’ambiente. Coordinato dall’Università della California, il lavoro ha evidenziato la necessità di maggiore trasparenza nella produzione e nell’etichettatura dei prodotti in plastica per migliorare la tracciabilità e la responsabilità dei produttori.

Il problema della trasparenza

Gli autori dello studio hanno sottolineato che l’assenza di chiarezza sulle fonti dell’inquinamento da plastica ostacola la soluzione del problema. Attualmente, non esiste una strategia standardizzata per raccogliere e analizzare i dati sugli eventi di audit sui rifiuti. Lo studio ha documentato quasi 1,9 milioni di articoli in plastica, di cui metà con marchio e metà senza, dimostrando l’urgente bisogno di una migliore trasparenza nella produzione e nell’etichettatura.

Multinazionali sotto i riflettori

Coca-Cola è stata identificata come fonte dell’11% della plastica di marca trovata, seguita da PepsiCo (5%), Nestlé (3%), Danone (3%) e Altria (2%). Secondo gli esperti, i dati derivati dagli audit sui rifiuti influenzeranno in futuro contesti legali e politici. In particolare, potrebbero accelerare lo sviluppo di programmi di responsabilità estesa del produttore e rendere più efficace l’atteso Trattato globale sulla plastica.

Il caso PepsiCo a New York

Un esempio rilevante è la causa intentata l’anno scorso dal procuratore generale di New York, Letitia James, contro PepsiCo per presunti danni ambientali causati dai suoi imballaggi in plastica monouso. Questo caso, basato sui dati raccolti lungo il fiume Buffalo, è stato definito pionieristico. Beyond Plastics e altre organizzazioni ambientaliste auspicano che altre giurisdizioni statali adottino approcci simili. Indipendentemente dall’esito di tali cause, il contenzioso aiuta a rendere pubbliche informazioni cruciali, spingendo verso una maggiore trasparenza e responsabilità dei produttori. 

Etichette standard per tutto il mondo

Gli autori dello studio raccomandano lo sviluppo di standard internazionali per l’etichettatura degli imballaggi e una politica di riduzione alla fonte. Sottolineano che ridurre la produzione di plastica è una soluzione primaria per frenare l’inquinamento. Altre misure utili comprendono politiche per incentivare i consumatori a riciclare e i produttori a riportare più dati sulla plastica che vendono.

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