Secondo WWF, il blocco del traffico contribuisce a creare sprazzi di “normalità” nella circolazione, ma da solo non basta.
(Rinnovabili.it) – Il costante e continuo superamento dei valori massimi imposti dall’UE in fatto di polveri sottili ha nuovamente obbligato diversi comuni italiani (specialmente al nord) ad intervenire con limiti alla circolazione dei veicoli diesel. Limiti che, ancora una volta, hanno alimentato diverse polemiche sull’utilità del blocco del traffico nel fronteggiare gli eccessivi livelli di inquinamento.
Nel tentativo di far chiarezza, è intervenuto il WWF che, pur ammettendo l’insufficienza della misura in sé, ne ha tuttavia evidenziato l’importanza, soprattutto se affiancata da altri necessari provvedimenti. “Che i blocchi del traffico non siano una soluzione è vero“, si legge sul sito dell’ONG, “ma non per questo non devono essere fatti. Hanno il merito di indicare ai cittadini che abbiamo raggiunto e superato i livelli di guardia, ricordando quanto stretto sia il legame tra le patologie e l’inquinamento, specie nel nostro Paese che in questo settore è spesso in testa alle classifiche UE”.
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Citando i test effettuati in Europa da Transport&Environment, WWF ha ricordato gli alti livelli di inquinamento di cui i veicoli diesel (Euro 6 compresi) sono responsabili e la necessità di limitarne il più possibile la circolazione, specialmente durante i momenti di crisi. Non è infatti casuale che, in molti Paesi europei, si stiano proponendo delle misure proprio per la messa al bando di queste tipologie di auto. Discorso a parte va fatto per l’Italia, che con circa 62 auto ogni 100 abitanti, contro le 56 della Germania, le 50 della Spagna e le 48 della Francia e del Regno Unito, risulta ad oggi un dei Paesi con il più alto numero di automobili, diesel o benzina, circolanti per le strade.
“Sono troppe”, spiega l’ONG, e le nostre città (non solo quelle storiche) non sono state né pensate, né costruite per un traffico veicolare di questa portata. Secondo WWF non si tratterebbe soltanto di una questione di inquinamento, ma anche di spazio e di vivibilità: motivato dall’aumento delle polveri sottili, il blocco del traffico contribuisce a creare “sprazzi di normalità” nella circolazione, richiamando tutti alle proprie responsabilità rispetto alle modalità con cui scegliamo di muoverci. Inoltre, va ricordato che l’inquinamento da traffico delle aree metropolitane (specie quelle del Nord) non è determinato solo dal traffico veicolare metropolitano, ma anche da quello di attraversamento che interessa tangenziali, raccordi ed autostrade, generalmente non interessate dal blocco del traffico.
In conclusione, per WWF “non sarà mai un solo intervento a migliorare la situazione, ma una strategia in cui l’effetto sarà ottenuto dalla sommatoria di più misure. Una strategia che ormai è indifferibile, visti i livelli di inquinamento a cui sono sottoposte le nostre città”.
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