4,4 mln t di sostanze chimiche PFAS finiranno nell’ambiente europeo nei prossimi 30 anni
(Rinnovabili.it) – L’Europa fa un passo avanti verso la messa al bando degli PFAS. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha appena aperto una consultazione pubblica fino al 25 settembre per raccogliere pareri e commenti sulla proposta di mettere fuori commercio 10.000 tipi di sostanze per- e polifluoroalchiliche. L’iniziativa è supportata da 5 paesi – Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia – e dovrebbe approdare alla Commissione europea nell’ultimo trimestre dell’anno, una volta raccolti gli input della consultazione pubblica.
Perché serve una messa al bando degli PFAS?
Gli PFAS sono una classe di sostanze chimiche estremamente nocive per la salute e l’ambiente ma utilizzate da 70 anni in centinaia di processi industriali. Sono impiegati per produrre molti materiali impermeabili, ignifughi o antiaderenti, ma anche nella concia delle pelli, nella produzione di tappeti, per carta e cartone per uso alimentare (per le caratteristiche oleo e idrorepellenti), per l’abbigliamento tecnico.
Cancro, disturbi dell’apprendimento e del comportamento nei più piccoli, infertilità o complicazioni durante la gravidanza per gli adulti, colesterolo e deficit immunitari sono solo alcune tra le conseguenze per la salute connesse dell’esposizione agli PFAS. La cui caratteristica più preoccupante è la quasi nulla degradabilità nell’ambiente: hanno una persistenza elevatissima e per questo tendono ad accumularsi nelle catene alimentari. Per questa ragione sono chiamati anche ‘forever chemicals’.
Evitare il rilascio di 4,4 mln t di PFAS da qui al 2050
Se la proposta dei 5 paesi per mettere al bando gli PFAS andrà in porto, sarà una delle più corpose restrizioni all’uso di sostanze chimiche di sempre in Europa. Rendendo la legislazione europea in materia la più avanzata al mondo. Anche se la tempistica non è delle migliori: è difficile che questa Commissione riesca a fare altri passi avanti sul dossier visto che lo acquisirà pochi mes prima delle elezioni europee di maggio 2024. Sarà quindi il prossimo esecutivo Ue a decidere cosa fare. Tra le opzioni c’è anche lo stralcio dell’aggiornamento della lista Echa sulle sostanze chimiche proibite.
L’agenzia con sede in Finlandia, peraltro, ha stimato che circa 4,4 milioni di tonnellate di sostanze chimiche PFAS non degradabili finiranno nell’ambiente europeo nei prossimi 30 anni, a meno che non vengano presi provvedimenti. Nel 2019, un rapporto del Nordic Council ha stimato che i costi annuali complessivi per la salute a seguito dell’esposizione ai PFAS in Europa potrebbero raggiungere gli 84 miliardi di euro.