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Copernicus: ancora nessun aumento di inquinanti nell’aria europea

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Livelli di NO2 in superficie analizzati da CAMS l’11 aprile 2020. Fonte: ECMWF Copernicus Atmosphere Monitoring Service

(Rinnovabili.it) – In Europa le restrizioni per contenere la pandemia di COVID-19 si sono allentante e una delle prime preoccupazioni, aspetti sanitari a parte, è stata quella sulla qualità dell’aria. I mesi di lockdown hanno ridotto smog e inquinamento atmosferico in molte delle città del Vecchio Continente e oggi c’è il rischio concreto che l’aria europea torni a peggiorare. Tuttavia, per ora – a parte alcuni casi isolati – i monitoraggi ci dicono il contrario. 

Il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) non ha ancora rilevato un chiaro segnale di aumento dei livelli di inquinanti e di ritorno alle condizioni “business as usual”. Ciò è in contrasto con la Cina, ad esempio, dove le attività e le emissioni sono già ampiamente tornate ai livelli pre COVID. 

“Tra gennaio e aprile, abbiamo assistito a una diminuzione degli inquinanti come il NO2, e in misura minore il PM2,5 e PM10, in molte aree europee. La riduzione ha coinciso con l’introduzione di severe misure di lockdown per far fronte all’emergenza Covid-19″, commenta Mark Parrington, Senior Scientist di CAMS. “Ora che le misure sono state allentate, ci aspettiamo di vedere un aumento degli inquinanti, che tuttavia non è ancora stato rilevato nei dati raccolti“.

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Ci sono differenze tra le diverse parti del mondo. In Europa, l’allentamento delle misure di lockdown sembra attualmente essere prudente e progressivo, il che significa una riduzione graduale del pendolarismo e dei trasporti legati alle imprese”, aggiunge Vincent-Henri Peuch, direttore di CAMS. 

“Questo è molto importante perché alcuni dei benefici per la salute, che abbiamo sperimentato durante il periodo di lockdown, derivanti dal miglioramento delle condizioni della qualità dell’aria europea, potrebbero essere mantenuti in modo permanente”, aggiunge il direttore. “Alcuni obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti, che potrebbero essere apparsi in precedenza come troppo ambiziosi o addirittura controproducenti, possono ora essere accolti con fiducia perché sostenuti da prove. Con sforzi combinati, come quelli proposti dall’iniziativa European Green Deal, possiamo vedere un cambiamento”.

Per fornire maggiori dati sulla qualità dell’aria europea, CAMS ospita un microsito con diversi servizi di informazione. Oltre a mappe, serie temporali e animazioni di biossido di azoto (NO2) e particolato fine (PM2.5) relative a 50 grandi città europee, CAMS ha ora aggiunto anche PM10 e ozono per fornire un quadro più completo. Le mappe regionali vengono aggiornate quotidianamente e le medie del periodo 2017-2019 sono state aggiunte nella serie temporale per favorire la comparabilità. Al fine di valutare l’impatto previsto delle variazioni stimate delle emissioni indotte dalle misure di blocco sulla qualità dell’aria europea, è stato aggiunto anche uno strumento di visualizzazione dello scenario di emissione.

Il microsito è uno strumento utile per monitorare la qualità dell’aria e dimostra che l’Europa meridionale, in particolare l’Italia e il sud-est dell’Europa, ha subito alcuni significativi aumenti temporanei dell’inquinamento atmosferico locale all’inizio di maggio. Tuttavia, questi non sono legati all’allentamento delle misure contro il COVID-19, ma alla polvere trasportata attraverso il Mediterraneo dal Sahara. Le particelle di polvere come queste contribuiscono a ridurre la qualità dell’aria, cosa che emerge chiaramente nei grafici delle serie temporali PM2.5 e PM10 relativi a diverse cittàQuesto aumento non è legato alle misure prese per combattere il COVID-19 e dimostrano come gli eventi meteorologici possono influenzare la qualità dell’aria.

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