Pubblicata la bozza zero dell’accordo che sarà discussa al prossimo round di negoziati a novembre. Presenti tre opzioni sulla riduzione dei livelli globali e nazionali di produzione di plastica, soluzioni avversate dall’industria dell’oil & gas e dai grandi produttori come gli USA
Greenpeace: target globale almeno -75% produzione plastica entro 2040
(Rinnovabili.it) – Aderire a un obiettivo globale per ridurre la produzione di plastica. O impegnarsi a mettere un tetto alla propria produzione nazionale di polimeri plastici. Nella prima bozza dell’accordo globale sull’inquinamento da plastica entrano le opzioni più “drastiche” che erano sul tavolo dei negoziati in questi mesi. Nonostante le pressioni di Big Oil e di molti paesi, che preferiscono limitare l’accordo a un semplice aumento del tasso di riciclo. Così da non toccare il modello produttivo attuale.
Le tre opzioni in gioco
Il testo della “bozza zero” è stato diffuso ieri e presenta tre opzioni da discutere alla prossima tornata dei negoziati, che si terrà a Nairobi, in Kenya, il prossimo novembre. La prima versione dell’accordo globale sull’inquinamento da plastica prevede che tutti i paesi contraenti si impegnino a puntare a un obiettivo globale di riduzione della produzione di plastica. In pratica, lo stesso tipo di impegno che vincola i membri dell’UNFCCC che hanno ratificato il Paris Agreement a contenere la temperatura globale sotto i 2°C e preferibilmente sotto la soglia degli 1,5°C.
Una seconda opzione sul tavolo rispecchia in misura maggiore le differenze tra i paesi e permette di fissare degli obiettivi specifici e differenziati. Si tratterebbe infatti di impegnarsi a rispettare un target nazionale, sempre di riduzione della produzione della plastica. La formula, anche in questo caso, ricalca quella già in uso nella diplomazia climatica e prevede che i paesi presentino dei “contributi nazionali volontari” di riduzione della produzione di plastica con cui contribuiscono al target globale.
Infine, una terza variante prevede un impegno ma molto più blando dei precedenti: i paesi prometterebbero di prendere “tutte le misure necessarie” per tagliare la propria produzione di plastica, ma senza impegnarsi rispetto a un obiettivo globale o specifico.
Chi applaude la bozza di accordo globale sull’inquinamento da plastica
Il testo va quindi più nella direzione auspicata dalla società civile e dalla cosiddetta “High Ambition Coalition”, un gruppo di paesi che include l’UE e spinge per fare dell’accordo globale sull’inquinamento da plastica lo strumento con cui ridurre la produzione, rispetto alla direzione preferita da alcuni grandi paesi produttori, come Stati Uniti e Arabia Saudita, che sostengono invece che l’inquinamento possa essere combattuto solo migliorando il riciclo.
Per il WWF la bozza zero è un “punto di svolta” per i negoziati, mentre Greenpeace sottolinea che è necessario fissare un target globale di almeno -75% di produzione di plastica entro il 2040 per restare in linea con gli 1,5 gradi.
Leggi qui il testo della bozza zero.