A marzo sono iniziati negoziati Onu per un accordo globale per abolire la plastica entro il 2024
(Rinnovabili.it) – Il piano globale per abolire la plastica non ha senso se non tocca anche le numerose sostanze chimiche che l’industria usa per ottenere materiali con particolari proprietà. Con i negoziati ormai ai blocchi di partenza, le opzioni in discussione sono ancora troppo ristrette, visto che partono da “una definizione restrittiva delle sostanze chimiche come additivi pericolosi”. Affrontare anche il tema dei composti chimici dovrebbe invece essere parte “inseparabile” del problema.
Lo scrivono 13 tra i maggiori scienziati esperti di plastica al mondo in una lettera aperta pubblicata sulla rivista Science. Sotto la lente finiscono i lavori preparatori per il trattato globale per abolire la plastica, al via la prossima settimana dopo l’intesa storica che, a marzo, ha dato il via ufficiale al percorso. I negoziati dureranno fino al 2024 e dovrebbero concludersi con un accordo legalmente vincolante, a livello globale, per dire basta alla plastica.
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Uno degli scogli da affrontare sarà appunto l’aspetto del vincolo legale, che non è ben visto da tutti i paesi. Ma l’accordo può iniziare a naufragare – o almeno a imbarcare molta acqua – già in queste primissime fasi di discussione. “Per raggiungere questo obiettivo, il trattato deve coprire tutte le questioni relative alle sostanze chimiche della plastica, in quanto parte inscindibile del problema”, scrivono gli scienziati. D’altronde, “delle oltre 10.000 sostanze chimiche note per la plastica, almeno 2400 sono classificate come tossiche, come molti ftalati e ritardanti di fiamma bromurati”.
Il punto è che senza uno stop a queste sostanze, anche il riciclo della plastica non elimina una fonte di inquinamento cruciale. Questi composti chimici, infatti, finiscono comunque per diffondersi negli ecosistemi sia come emissioni sia entrando in nuovi prodotti. “Un’economia circolare efficace, equa e sicura può essere raggiunta solo eliminando gradualmente le sostanze chimiche tossiche dalla produzione di plastica”, si legge nella lettera.
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Poi la proposta. Invece della definizione inconcludente adottata finora, “per consentire al trattato di affrontare pienamente i problemi ecologici, sanitari e di giustizia ambientale della plastica, è essenziale ridefinire la plastica come miscela chimica complessa e integrare le questioni chimiche lungo l’intero ciclo di vita nell’ambito di applicazione e negli obblighi fondamentali dello strumento giuridico”.