(Rinnovabili.it) – L‘inquinamento atmosferico non danneggia solo la salute delle persone. Anche i capolavori della storia dell’arte, infatti, hanno dimostrato di soffrire (e non poco) lo smog. Se solo qualche anno fa a preoccupare erano le condizioni dell’Esercito di Terracotta, le famose statue di guerrieri cinesi, ora sotto i riflettori è finito il Taj Mahal. L’iconico mausoleo richiede sempre più spesso profonde operazioni di pulizia per mantenere il proprio aspetto abbagliante, e gli scienziati hanno finalmente compreso il perché: il colpevole è il particolato. “Il nostro team è stato in grado di dimostrare che le sostanze inquinanti che stanno scolorendo il Taj Mahal sono le piccole particelle di carbonio provenienti dai processi di combustione dei carburanti fossili“, ha commentato Michael Bergin, professore presso la Scuola di Terra e Scienze dell’Atmosfera del Georgia Institute of Technology. “Siamo anche stati in grado di mostrare come queste particelle potrebbero essere responsabili della colorazione brunastra osservata sul marmo bianco del mausoleo”.
I ricercatori hanno utilizzato apparecchiature di campionamento dell’aria per misurare la qualità atmosferica nel complesso del Taj Mahal da novembre 2011 a giugno 2012. I filtri di tali impianti sono stati analizzati sia per il particolato fine (più piccolo di 2,5 micron di diametro) che per la sospensione totale, in due laboratori differenti, in India e in Usa. “In altre parole abbiamo mostrato come queste particelle stiano cambiando il colore della superficie”, ha continuato Bergin. “Speriamo ora di condividere questo modello con altri istituti e ricercatori che possano usarlo per determinare come l’ambiente urbano e quello naturale stiano cambiando i loro colori a causa delle polveri sottili”. Ora che gli scienziati sanno cosa sta danneggiando il Taj Mahal, il prossimo passo sarà quello di identificare le fonti dello smog e pianificare strategie di controllo: il particolato infatti potrebbe provenire dalla zona – e il governo ha già preso misure per ridurre le emissioni dei veicoli e dei siti produttivi locali – arrivare da distanze ben maggiori.